Di Anna Adamo
Lo hanno chiesto, atteso, sperato.
Hanno sopportato mille porte in faccia.
La rassegnazione avrebbe potuto prendere il sopravvento. Invece no, non è accaduto.
Le persone con disabilità, soprattutto gli studenti percettori della pensione di invalidità, non hanno mai smesso di sperare, di lottare affinché venisse data anche a loro la possibilità di accedere alle borse di studio.
E qualche giorno fa, finalmente, quello che volevano lo hanno ottenuto.
Ebbene si, anche gli studenti percettori dell’assegno di invalidità potranno beneficiare delle borse di studio.
Lo ha annunciato in una nota stampa il Ministro per la Disabilità Alessandra Locatelli.
“Tutti gli studenti con disabilità – ha dichiarato – percettori dell’assegno di invalidità potranno beneficiare anche delle borse di studio.
Una misura di buonsenso che elimina una barriera tra studenti e rafforza il percorso di inclusione di tutte le persone con disabilità, per troppo tempo dimenticate, che la lega sta prendendo per mano.Giustizia è fatta!”
Poche, semplici e dal sapore di una promessa mantenuta, le parole della Locatelli.
Lo aveva annunciato, infatti, appena nominata Ministro, che la disabilità sarebbe stata al centro dell’agenda di Governo.
Ed è stato così. Questa decisione non è altro che la dimostrazione di quanto precedentemente affermato.
Ciononostante, non si può negare la rabbia e l’ indignazione data dal chiedersi come sia possibile che ancora oggi si debba avre un Ministero per la Disabilità, come se quest’ ultima fosse un mondo a parte e non una parte del mondo e si debba ancora lottare per far sì che i disabili ottengano i propri diritti, i quali restano pur sempre diritti a metà, che di benefici purtroppo gliene garantiscono ben pochi.
Perciò, ben vengano i passi avanti che si stanno compiendo, ma si faccia attenzione a non adagiarsi, si comprenda che per quanto importanti e significativi siano, non bastino, perché sarà fatta veramente giustizia quando un Ministero per la Disabilità non sarà più necessario e i disabili non dovranno più lottare per i propri diritti.
