di Anna Adamo
“Congedo mestruale”, è stata definita così l’iniziativa messa in campo dal liceo artistico Nervi Severini di Ravenna, grazie alla quale alle studentesse non verranno contate le assenze fatte nei giorni in cui hanno le mestruazioni.
La decisione
“La decisione – racconta il preside Gianluca Dradi – nasce da una richiesta delle studentesse rappresentanti nel consiglio di istituto. Queste ultime hanno prima preparato il terreno facendo un sondaggio interno al liceo rispetto al problema delle mestruazioni particolarmente dolorose e successivamente hanno individuato sedici ragazze che hanno testimoniato le loro difficoltà e le assenze a cui sono costrette ogni mese a causa di questo problema. Ascoltandole abbiamo compreso che non avremmo potuto fare altro che mettere in campo un’iniziativa per venire loro incontro.
Così, abbiamo pensato di far si che le assenze determinate da questo problema non incidano sul monte ore necessario per la validità dell’anno scolastico. Inoltre, anziché gravare le studentesse dall’obbligo del certificato medico ogni mese, abbiamo stabilito che lo possono presentare solo una volta l’anno.
È un piccolo passo avanti il cui senso è quello di realizzare un’inclusione attraverso l’ascolto degli studenti, facendoli sentire compresi per i problemi che hanno, per quello che sono, rendendoli protagonisti della vita scolastica che li fa crescere anche come cittadini”.
Sono parole forti e chiare, quelle del preside Dradi che, nonostante stiano facendo non poco discutere, non possono non essere prese in considerazione.
O meglio, non può non essere preso in considerazione l’intento con il quale questa iniziativa è stata messa in campo.
Perché, che piaccia o no, bisogna ammetterlo che l’iniziativa sia figlia di una scuola che va al passo con i tempi, con le esigenze degli studenti, le quali spesso vanno oltre la didattica.
Ed è proprio di questo che hanno bisogno gli studenti, di adulti attenti a quello che sono e ai problemi che hanno, perché se non si pone la giusta attenzione verso questi ultimi non si può pretendere che seguano serenamente un percorso di studi.
Ben vengano, quindi, iniziative come questa, grazie alla quale è anche possibile mettere finalmente da parte pregiudizi e tabù che ruotano intorno alle donne nel momento in cui queste ultime tirano fuori il “problema mestruazioni”.