di Valeria Torri
L’Italia sta dando nuovamente prova di farsi promotrice di buone pratiche, dando l’esempio in Europa nel frangente della pandemia, adottando la misura del tampone per i viaggiatori che arrivano dalla Cina. Misura che, ora dopo ora, comincia ad apparire come la prima di una serie di misure di contenimento che verranno discusse e adottate.
In Senato, la discussione sulla legge di bilancio si è interrotta per alcuni minuti: i rappresentanti dei partiti di opposizione hanno chiesto che il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenisse in Aula per rispondere a delle domande sulla decisione di sottoporre a tampone anti-Covid chi arriva dalla Cina. “Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covdi19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana” è quanto ha dichiarato il Ministro.
Si tratta di uno scenario che sembra gettarci, d’un colpo, a circa tre anni fa quando, attoniti e increduli, ricevevamo la notizia di un’epidemia che da Wuhan, città della Cina in cui la popolazione veniva flagellata da un virus trasmesso da un piccolo animale, arrivava al Nord Italia con il primo caso.
Era il 30 gennaio del 2020, difatti, quando due turisti provenienti dalla Cina risultarono positivi al virus SARS-CoV-2 a Roma. Un focolaio di infezioni di COVID-19 fu successivamente rilevato il 21 febbraio 2020, a partire da 16 casi confermati a Codogno (LO), in Lombardia, aumentati a 60 il giorno successivo, con i primi decessi segnalati il 22 febbraio a Casalpusterlengo (LO) e a Vo’ (PD).
Ancora una volta, assistiamo allo stesso inquietante spettacolo e viviamo la circostanza dell’arrivo di una nuova ondata del virus da Covid-19. Un po’ come accade nel film “Il giorno della marmotta” con Bill Murray, dal titolo originale “Groundhog Day”, diventata un’espressione comune, nei Paesi di lingua anglosassone, per indicare un giorno noioso e ripetitivo. Nella storia il protagonista rimane incastrato in un circolo temporale per cui ogni giorno si sveglia e vive una giornata esattamente uguale a quella precedente.
La riapertura della Cina e la scelta politica di lasciare circolare il coronavirus sta causando un’esplosione di contagi nel paese asiatico. Dall’ 8 gennaio prossimo tutte le restrizioni legate ai viaggi saranno eliminate e questo sta facendo sì che proprio in queste ore, si stia assistendo ad un impressionante aumento di prenotazioni o di ricerche di viaggi tra i cinesi che, dopo essere stati di fatto chiusi nel proprio paese per quasi tre anni, stanno programmando di viaggiare, in altri paesi asiatici, ma anche in Europa e in America.
Bisogna, dunque, intervenire rapidamente e premunirsi di fronte alla possibile diffusione del contagio dovuto ai viaggi. La variante che ora è predominante in Cina è già presente nel nostro paese quindi non rappresenta una sostanziale minaccia perché già sta circolando.
Cosa differente sarà se emergerà che in Cina si sta diffondendo un’altra variante, una sotto variante di omicron 5, magari più in grado di aggirare l’immunità data dai vaccini o da una precedente e contagio.
Sul pericolo dello scoprire nuove varianti, difatti, il professor Matteo Bassetti, infettivologo e coordinatore delle Malattie infettive di Alisa, l’azienda sanitaria ligure: “Dobbiamo stare attenti perché oggi la Cina è una bomba biologica. Ci sono un miliardo e mezzo di potenziali riceventi del virus, la popolazione è stata vaccinata poco e male e numerose persone fragili non hanno ricevuto il vaccino. Il virus continua a mutare, soltanto in questi ultimi 20 giorni 29 nuove varianti sono state individuate in Cina. Al momento si tratta sempre di sotto varianti di Omicron, ma non possiamo escludere che, con l’alta circolazione del virus, si possano presentare anche varianti successive: pi greco, sigma, omega e altre che già conosciamo o altre nuove. La situazione fuori controllo, con gli alti numeri di contagi giornalieri rende la Cina un potenziale laboratorio di varianti. Non dovrebbe arrivare una variante più aggressiva, ma potrebbe arrivarne una più resistente ai vaccini e questo sarebbe un problema per l’Italia e per l’Europa. Oggi la popolazione italiana non è più così protetta come quando arrivò Omicron l’anno scorso. Molte persone non hanno fatto la quarta dose, tra cui il 60% degli anziani.”