“Nell’anno che sta per finire siamo andati meglio del previsto, credo che nessuno si aspettasse dalle imprese questo tipo di performance, ed è un risultato di cui sono particolarmente orgoglioso essendo il rappresentante del sistema industriale italiano”. Lo dice al Messaggero ed al Mattino il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “Non possiamo pensare di essere invincibili”.
“E non continueremo a ottenere performance superiori a quelle dei nostri partner francesi e tedeschi, come avvenuto nel 2022 – dice – se non sosterremo gli investimenti”. Al centro di tutto c’è la crescita degli investimenti delle imprese. Quando lo Stato li ha sostenuti con Industria 4.0, si sono visti i benefici. Per questo alla prima bozza della manovra finanziaria sono stato critico: il capitolo del sostegno agli investimenti è fondamentale per lo sviluppo”. Comunque “è positivo che dopo il nostro richiamo sia stata recuperata la parte sugli investimenti nel Mezzogiorno e nelle Zes. Ed è positiva la proroga Industria 4.0 anche se sarà fondamentale renderlo strumento strutturale per la crescita del Paese. Utile anche il rifinanziamento della nuova Sabatini e del Fondo di Garanzia”.
Tuttavia non si è ancora aperto “un confronto essenziale per una riforma generale che abbia come obiettivo una maggiore occupabilità”. Servono “interventi coordinati su fisco, contributi e politiche attive del lavoro formazione e ricollocazione dei lavoratori affidate non ai centri pubblici per l’impiego ma a chi sa farle che chiedono una visione organica e attuazione coerente in alcuni anni”. Per il reddito di cittadinanza “serve una riforma che separi l’assistenza ai poveri dalle politiche attive. Uno strumento di contrasto alla povertà è necessario, siamo un paese che negli ultimi 11 anni, pur portando il debito pubblico da 1.900 a 2.800 miliardi, ha raddoppiato la spesa sociale a carico della fiscalità generale e ha raddoppiato insieme il numero dei poveri – sottolinea Bonomi – È la prova che gli strumenti usati non funzionano”.