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19 Gennaio 2025

Chi siamo

Si improvvisa ostetrica e aiuta la vicina a partorire

di Anna Adamo


Vanessa Sangiorgi vive a Milano e lavora come portinaia e donna delle pulizie in un condominio.
È una vita semplice, la sua, divisa tra sacrifici, lavoro e famiglia. Una vita che, da questo momento in poi, sarà per sempre segnata dal giorno in cui si è dovuta improvvisare ostetrica e far nascere Emran, il figlio di Nezha, la sua vicina.
“Era pomeriggio – racconta ancora incredula ed emozionata – quando mio marito mi ha detto che la vicina stesse partorendo. Non avevo capito di chi si trattasse, quindi sono uscita sul pianerottolo per capirci qualcosa in più. C’era una porta spalancata e Nezha stesa sul letto, alle prese con le doglie, assistita dalla figlia, una bambina di soli otto anni. Ho notato la testolina che stava spuntando e nonostante non sia un’ ostetrica mi sono resa conto non ci fosse tempo da perdere. Mi sono messa accanto a lei e l’ ho spronata a spingere. Ci stava provando da tanto ed era esausta, però le ho detto che la testa stesse diventando viola ed ha continuato a spingere, così il bambino è nato. L’ ho preso in braccio e gli ho dato dei colpetti sulla schiena finché non ha pianto, in quel momento ho capito fosse andato tutto per il meglio”.
Nezha era andata in ospedale, ma l’ avevano mandata a casa dicendole non fosse ancora arrivato il momento di partorire, ma una volta tornata a casa le erano iniziate le doglie.
Quello che vede protagoniste le due donne è un racconto forte, il quale ci fa ben capire che nella vita bisogna essere pronti a tutto, in modo da fare, nel migliore dei modi possibili, fronte agli imprevisti, e soprattutto che dobbiamo lasciare che la solidarietà prenda il sopravvento.
Ebbene si, perché è proprio grazie alla solidarietà che ora Nezha e Vanessa, oltre ad aver messo al mondo una vita, hanno anche dato vita ad una bellissima amicizia che mai avrebbero immaginato sarebbe nata, infatti – sostiene Vanessa – “fino a quel momento io e Nezha ci salutavamo a stento, neanche sapevo fosse incinta.
Questa esperienza mi ha insegnato che dovremmo ricordarci di alzare gli occhi, guardarci in faccia e salutarci”.

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