“L’obiettivo politico generale rimane per noi quello di evitare spaccature dell’Italia, in particolare rispetto a scuola e sanità. Lo strumento è una grande operazione verità rispetto ai flussi di risorse pubbliche che realmente arrivano al Sud, e con il superamento della spesa storica e l’abbandono di ogni logica di residuo fiscale da destinare alle Regioni dove maturano i flussi fiscali stessi. Rispetto alla bozza ministeriale di fine dicembre, in coerenza con questa impostazione, e in maniera del tutto laica, esprimo questi forti motivi di dissenso”. Lo dice il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, in un pezzo in prima pagina del Sole 24 Ore dal titolo “Se autonomia significa solo più divisioni”.
La spiegazione
De Luca ha incontrato il ministro Calderoli il 9 dicembre per elaborare le richieste della Campania e del Mezzogiorno nella preparazione della bozza. “Avevo chiarito – scrive il governatore campano – al ministro Calderoli che la CAMPANIA è pronta ad accettare la sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque verso un percorso di modernizzazione del Paese. Per questo abbiamo avanzato proposte di “burocrazia zero” da realizzare in tempi immediati. La seconda, è che occorre condivisione, accettando che il presupposto di tutto il processo di autonomia sia subordinato all’approvazione preventiva dei Lep. Si era concordato di definirli entro sei mesi, e che, nel frattempo si definisse un ruolo non formale per il Parlamento nazionale, in modo da stabilire correttamente gli equilibri necessari rispetto all’insieme delle Regioni e delle autonomie locali. Senza questi presupposti l’autonomia differenziata non avrebbe fatto neanche un passo in avanti”. De Luca contesta alcuni articoli della bozza, definendo “inaccettabile” che “si definiscono i Lep con decreti del presidente del Consiglio”, mentre invece “vanno definiti – si legge – da un organismo tecnico autorevole e competente. Non ci si può affidare a organismi politici. Nell’articolo 4 è inaccettabile l’ennesimo richiamo alla spesa storica. Nell’articolo 6 è inaccettabile l’ipotesi di finanziare funzioni tramite compartecipazione a contributi erariali maturati sul territorio regionale o riserve di aliquota. L’articolo 9 stabilisce che l’autonomia differenziata debba avvenire senza ‘maggiori oneri a carico della finanza pubblica’. Così ci si prende in giro e si rimane alla spesa storica”. De Luca conclude spiegando che “Gli equilibri costituzionali – scrive – l’equilibrio dei poteri, la sostanza della democrazia, sono una cosa seria. Qualche cattivo esempio fornito in passato dal centrosinistra non è un buon motivo per fare la stessa cosa. Non vorrei che esigenze dettate da scadenze elettorali contingenti pregiudicassero, con forzature e ritorni a ideologismi”.