di Anna Adamo
Non è chiaro cosa spinga l’essere umano a giudicare gli altri, una cosa,però, è certa,questo maledettissimo vizio di mettere bocca su tutto è la nostra più grande rovina e neanche ce ne rendiamo conto.
Perseveriamo come se chi diventa oggetto dei nostri giudizi non avesse un cuore, un’ anima e non restasse male. Come se noi fossimo perfetti e immuni dagli errori.
Dovremmo capire, invece, che la perfezione non esiste, che sbagliare è umano e dinanzi agli errori dovremmo soltanto tacere, perché oggi lo ha commesso una persona qualunque, ma domani potremmo commetterlo noi.
Del resto, la vita è questa, ciò che oggi succede ad una persona, domani potrebbe succedere a noi e viceversa.
E dovremmo, quindi, chiedercelo, prima di giudicare gli altri, come ci sentiremmo se qualcuno giudicasse il nostro operato.
Come ci sentiremmo se qualcuno giudicasse, ad esempio, il nostro modo di fare i genitori, così come è avvenuto per Paola Turani qualche mese fa e oggi per Georgette Polizzi, la quale, dopo essere stata presa di mira, perché spesso ha parlato attraverso le Instagram stories della tata e della puericultrice che l’ha aiutata con sua figlia, ha manifestato tutto il suo dissenso e la sua rabbia.
“È pazzesco – ha detto – come, molto spesso, le persone si indichino perché ho presentato e parlato della tata o di Antonella, la puericultrice che inizialmente ha seguito Sole.
Sembra sia una cosa che sui social, da mamma, non va bene.
Io ho riflettuto su questo. Credo non ci sia nulla di sbagliato nel far vedere la verità e nel farsi aiutare.
Le scelte ed i casi
Una mamma deve sentirsi meno mamma se ha degli aiuti che possono essere una zia, i nonni, una tata, una collaboratrice? Una mamma è meno mamma se ha questi aiuti? Non riesco a concepirlo, così come non riesco a concepire il fatto che sui social ci siano persone molto seguite, le quali non dicano di avere degli aiuti,perché si sono create il personaggio.
Sembra siccome appaiono agli occhi degli altri come mamme perfette non possano dire o condividere il fatto di avere degli aiuti.
Perché?
Amate seguire persone che raccontano quello che secondo voi è giusto che vada raccontato? O preferite seguire persone che sono quelle che sono, anche se non ” politicamente corrette?”
Una riflessione forte, quella della Polizzi, che ha diviso a metà il popolo del web, ma che ha anche messo in risalto quanto, a volte, esporsi sui social possa andare a nostro discapito e farci passare per quelli che in realtà non siamo.
Impossibile non condividere la rabbia e il pensiero di Georgette.
Sia ben chiaro, esporsi sui social non significa essere cattivi genitori, così come non significa esserlo se si hanno degli aiuti.
Anzi, probabilmente dovremmo solo apprezzare che ha il coraggio di chiedere aiuto con il fine di garantire ai propri figli una vita migliore.
Asteniamoci dal giudicare, perché nessuno è perfetto. Perché, fare il genitore è la cosa più difficile del mondo. Non esistono cose giuste o sbagliate, quando si è genitori.
Esiste l’amore, che ognuno prova e dimostra a modo proprio verso i figli.
E l’amore, si sa, non deve essere giudicato mai.