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15 Novembre 2024

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Cancro ossa. Ricercatori italiani svelano una tra le probabili cause

Ricercatori italiani del Cnr svelano una causa dell’instabilità genomica dell’osteosarcoma, tumore alle ossa ancora difficile da curare, che colpisce soprattutto bambini e adolescenti. Un’alterazione cromosomica coinvolta nello sviluppo della neoplasia si verifica quando manca una piccola proteina chiamata Profilina 1, ha scoperto un gruppo di scienziati dell’Istituto di genetica e biofisica ‘Adriano Buzzati-Traverso’ del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Igb-Cnr), coordinato da Fernando Gianfrancesco. Il lavoro, sostenuto da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, è pubblicato su ‘Communications Biology’. L’osteosarcoma – spiegano dal Cnr – insorge prevalentemente in bambini e adolescenti oppure in età più avanzata, a circa 50 anni, in persone con la malattia ossea di Paget, patologia caratterizzata da una generazione di nuove cellule ossee più veloce del normale, con la conseguenza per i pazienti di avere ossa più fragili, dolore, deformità e fratture. Tra i sintomi più comuni dell’osteosarcoma ci sono dolore all’osso colpito, gonfiore e tumefazione. Con il tempo la situazione in genere peggiora e possono comparire fratture a causa dell’alterata e indebolita struttura ossea. Tra le caratteristiche molecolari di questo tumore vi è una notevole instabilità genomica delle cellule mutate. L’individuazione delle cause di tale instabilità sono dunque una priorità per lo sviluppo di possibili nuovi trattamenti. “I risultati ottenuti hanno portato a identificare una piccola proteina che, quando è assente o alterata, non permette una corretta ripartizione dei cromosomi tra le due cellule figlie durante la divisione cellulare – afferma Gianfrancesco – Come conseguenza, le cellule che sono prodotte in tale divisione e in quelle successive presentano alterazioni cromosomiche tutte diverse tra loro. Questa vasta eterogeneità impedisce la messa a punto di terapie farmacologiche mirate a una specifica alterazione”. Esistono però altre strategie che si potrebbero tentare facendo tesoro anche dei risultati ottenuti in precedenza, precisano gli studiosi. 

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