Il Pd ha perso un’altra occasione, come al solito. Il silenzio di tutti i dirigenti del Nazareno nei giorni dell’anniversario di Bettino Craxi fa, anche questa volta, rumore.
I ‘nipotini’ di Togliatti e Berlinguer, quelli del Pds, Ds, Pd, coerenti ad una lunga tradizione di ‘distrazioni’ e ‘mistificazioni’, non hanno speso una parola sul leader socialista morto in esilio ad Hammamet.
Nella citta tunisina, grazie all’impegno della Fondazione Craxi, sono nate occasioni di riflessione sugli anni passati e sul futuro. Sono intervenuti, in terra straniera e nel dibattito, i big di Forza Italia con Silvio Berlusconi in testa, la Lega con Matteo Salvini, il Terzo Polo con Ettore Rosato.
Il Partito Democratico non ha fatto i conti con Craxi e le conseguenze di questo errore non si possono derubricare a circostanze del passato. Fare i conti con Craxi, con la sua storia e la sua politica, significa parlare di Giustizia e misurarsi sul garantismo, significa parlare di Riforma dello Stato e Presidenzialismo.
Affrontare l’argomento in questo anniversario, nell’anno del Congresso nazionale, avrebbe aperto nuove strade per la sinistra riformista. Il Pd avrebbe potuto capire l’errore di consegnare i temi della sicurezza, del merito, del Made in Italy, della sicurezza alla destra. Il Pd avrebbe potuto capire che la sinistra di Craxi era un’altra storia.
Fare i conti con un ‘campione del riformismo’, prima o poi andrà fatto, non sarà chiudere una parentesi del passato ma aprire una stagione per il futuro.