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23 Novembre 2024

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Aggressioni ospedali, medici (CISL FP) “Si all’osservatorio in Prefettura”

“Ormai siamo di fronte ad un fenomeno dalle dimensioni spaventose e non ci si può limitare a parlare di potenziare le forze dell’ordine in alcuni presìdi. Serve di più, molto di più, a partire dalla costituzione di un Osservatorio permanente presso la Prefettura con tutte le strutture deputate alla sicurezza e le forze sociali rappresentative per monitorare continuamente la situazione ed intervenire tempestivamente”.

Lorenzo Medici, leader della Cisl Funzione Pubblica Campania, sottolinea i dati di un andamento che sta diventando endemico. “Uno studio condotto da 8 università italiane su iniziative Fnopi – ricorda – ci dice che il 32,5% degli infermieri, cioè 130 mila professionisti, nell’ultimo anno ha subito violenza nel corso dei turni di lavoro. E se nel 70% dei casi ci si è limitati alle minacce verbali, nell’altro 30% si è trattato di veri e propri attacchi fisici. La categoria è ormai quella più soggetta alle aggressioni, al punto che sugli 11 mila casi denunciati all’Inail ogni dodici mesi come infortuni sul lavoro, ben 5 mila sono operatori sanitari. E purtroppo in Campania si è particolarmente esposti, perché qui c’è una carenza spaventosa di personale con assunzioni inesistenti e stabilizzazioni dei precari che vanno avanti con una lentezza esasperante, i posti letto spesso sono solo sulla carta, e la Regione non interviene in nessun modo, nonostante da tempo ne denunciamo l’inerzia ed il mancato confronto con il sindacato, per mettere a punto insieme le soluzioni per il contrasto all’emergenza esistente nei pronto soccorso e nei vari reparti per mancanza di addetti”.

La Cisl annuncia che il sindacato è pronto a costituirsi parte civile nei processi. “Le organizzazioni confederali – afferma Medici – in quanto titolari dell’interesse collettivo dei lavoratori all’integrità psico-fisica e alla sicurezza dell’ambiente e delle condizioni di lavoro, sono disponibili a sostenere nei giudizi i propri rappresentati, perché è ora di porre fine a questo stillicidio. Gli addetti alle strutture sanitarie prestano la loro attività con passione e dedizione, come dimostrato durante la pandemia, e vanno tutelati ad ogni costo con tutte le possibili modalità. Va restituita ad essi la serenità necessaria per portare avanti la loro missione, e non possono rischiare di diventare oggetto della rabbia delle persone. Comprendiamo anche il dolore dei familiari quando un loro congiunto deve ricorrere a cure urgenti negli ospedali, ma ribadiamo al tempo stesso che devono aver fiducia negli operatori, non aggredirli come se fossero i responsabili. La strada che tutti sono chiamati a seguire è questa, con una stretta collaborazione ad ogni livello, perché il nemico è la malattia, non chi si prodiga per curarla”.    

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