di Valeria Torri
#BookTok è la nuova libreria social di Tik tok che sta spopolando tra i ragazzi e che non ha controindicazioni: anzi! È altamente consigliabile. Si tratta della piattaforma virtuale sulla quale giovani lettori si sfidano a colpi di recensioni sui capolavori della letteratura classica e contemporanea, anche con lo scopo di parlare di sé stessi attraverso le parole dell’autore dal quale si sentono maggiormente rappresentati. È recente la sfida che vede contrapposti i ragazzi che recensiscono uno dei più noti classici di Pirandello, esprimendo il proprio punto di vista sul senso espresso dall’autore, e quelli che invece si sentono più vicini al racconto di Kathleen Glasgow, autrice di “E poi ci sono io” edito da Rizzoli.
Si scopre così che i ragazzi non leggono solo fantasy e romance ma si nutrono avidamente di accreditati autori contemporanei, che vengono spinti in cima alle classifiche proprio grazie alle libere recensioni dei loro giovanissimi lettori.
@quellochelegge, 24 anni, sceglie di mantenere nascosta la propria identità e pubblica un video-post dedicato a “Uno, nessuno e centomila”: “L’ho scelto perché parla di rapporti tra le persone e ci aiuta a capire come entrare in relazione con gli altri. Qualsiasi persona che ami leggere, prima o poi, ci si imbatte. Io ho cominciato ad appassionarmi alla lettura nell’estate tra il terzo e il quarto anno di liceo, dopo la scomparsa di mio nonno, amante appassionato della lettura. I malavoglia, La coscienza di Zeno e il Fu Mattia Pascal sono stati i primi romanzi che ho preso tra le mani. Mi hanno cambiato la vita.”
Un romanzo vecchio quasi cent’anni che sembra parlare a noi e di noi, uomini e donne del 2023. Uno, nessuno e centomila, l’ultimo amaro capolavoro di Pirandello, si apre con un uomo davanti ad uno specchio che, nello scoprire come la sua immagine non coincida con quella che gli altri hanno di lui, entra in una profonda crisi d’identità. Nella raggiunta consapevolezza di non esistere se non come maschera in un mondo di maschere, il protagonista farà di tutto pur di liberarsi da una vita solitaria e menzognera.
Colpisce il commento del giovane Fabiano Folli, secondo cui: “Si tratta di un libro che, dopo averlo letto, entra nel cuore e non ne esce più. Il mondo va avanti, tu leggi tanti altri libri, ma questo resta lì, fermo, come su di un piedistallo che non può essere buttato giù. E secondo me c’è una ragione per cui accade questo. Uno, nessuno e centomila parla di ognuno di noi. A tutti noi è capitato di chiedersi, almeno una volta nella vita, chi siamo realmente oltre il piano delle apparenze”.
Attraverso #Booktok convivono così generi letterari distanti nel tempo.
E grazie ai video-recensioni dei booktoker, che non fanno mistero del proprio orgoglio di essere lettori accaniti, la letteratura classica diventa contemporanea. Al punto da saper vincere la sfida delle visualizzazioni, Pirandello vs Glasgow, con i 22 milioni ottenuti da Uno, Nessuno e centomila contro le 44 mila conquistate dall’autrice 54enne di Tucson, Arizona.
“E poi ci sono io” è attualmente un fenomeno letterario che sta riscuotendo un incredibile successo tra gli adolescenti.
Il racconto della Glasgow è diventato un “up lit” che sta per “up Literature”, un brand lanciato dal Guardianqualche anno fa per mettere insieme tutti i romanzi che spronano a reagire. È la storia di Charlie, una ragazzina di 17 anni ricoverata in una clinica psichiatrica a causa della difficile situazione familiare e dell’abbandono da parte della sua migliore amica. Charlie non ha il controllo della propria esistenza e ogni giorno è una lunga battaglia con sé stessa. Quando viene dimessa, viaggia tra gli Stati con la speranza di dimenticare il passato e ricominciare da capo. È un racconto dalle tematiche forti, che fa riflettere sull’importanza di accettarsi nonostante i difetti. Un libro che può aiutare ad imparare ad amarsi ma solo dopo aver imparato ad accertarsi. Un racconto che insegna ai ragazzi che ognuno ha i suoi difetti, le sue dipendenze, le sue insicurezze e che, per guarire, bisogna riconoscere le proprie ferite e non aver paura di mostrarle.
Magdalena Rosa, booktoker entusiasta, recensisce E poi ci sono io: “perché è un libro che mi ha salvata in un momento difficile. Tutto chiede salvezza in un mondo come quello in cui viviamo.”
I booktoker sono veri e propri divoratori di pagine. Si affacciano alle telecamere dei loro i-phone, appena visibili dietro alle torri impilate dei libri che mostrano orgogliosamente e che dicono di aver letto nell’ultima settimana.
Magari c’è da prendere la dichiarazione con un filo di incertezza ma l’inversione di tendenza che si contrappone a quella di chi mostra lo scaffale di borse e scarpe griffate o la mise all’ultimo grido in una sfilata sul red carpet della propria cameretta, piuttosto che un’esibizione con la mamma nella coreografia-tormentone di Mercoledì, dell’omonima serie televisiva che spopola da mesi, alimenta ogni speranza di sentirne in continuazione di verità un po’ gonfiate come questa.