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19 Dicembre 2024

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Social e vita privata, la tiktoker e campionessa paralimpica Gandolfo si racconta

di Anna Adamo


Li utilizziamo tutti, eppure, i social, dividono a metà l’opinione pubblica.
Mentre alcuni ritengono che influenzino negativamente la nostra vita, in particolare quella dei giovani, altri ritengono che, se utilizzati correttamente, possono contribuire a diffondere messaggi positivi.
Di questo e molto altro ne abbiamo parlato con Roberta Gandolfo, campionessa italiana di danze paralimpiche che ha iniziato ad utilizzare i social, soprattutto TikTok, per raccontare la sua vita da ragazza con disabilità con una forte passione per la danza ed è diventata una star del web, un vero e proprio idolo per tantissimi giovani.

I social dividono a metà l’ opinione pubblica. Molti ritengono che influenzino negativamente la nostra vita, altri,invece sostengono che, se utilizzati correttamente, possono contribuire alla diffusione di messaggi positivi. Qual è la tua opinione in merito?
I social, se utilizzati in maniera sbagliata, possono influenzare negativamente la vita delle persone. La mia esperienza sui social, però, è davvero positiva, perché mandando attraverso questi ultimi dei messaggi positivi, sono riuscita a migliorare il mio percorso di vita.
Ho ricevuto dei commenti negativi, ma non mi sono mai lasciata scoraggiare, perché sono del parere che il mondo è bello perché è vario, quindi non si può piacere a tutti. La cosa importante è sapere di star facendo la cosa giusta. Questa consapevolezza per me è stato un grande motore di crescita.

Racconti gran parte della tua vita sui social, non sei infastidita dal fatto che tutti siano a conoscenza di ciò che ti riguarda? Riesci, pur esponendoti, a tenerne riservati alcuni aspetti?
Penso che quando una persona decide di esporsi sui social sappia quali rischi può correre, quindi nel momento in cui, come nel mio caso, il numero di seguaci aumenta, è lecito che chiunque ti segua voglia essere messo al corrente di tutti gli aspetti della tua vita.
Tendo a guardare il bicchiere mezzo pieno e a pensare che, nonostante ci siano persone che non vogliano il mio bene, ce ne siano tante altre che mi vogliono bene ed è per questo che vogliono sapere tutto di me. Non posso, però, non dire di essere notevolmente infastidita dal fatto che mi chiedano di parlare della mia situazione sentimentale, perché a causa delle delusioni ricevute in passato vorrei che questo aspetto restasse privato.
Purtroppo non sempre ci riesco, ma ormai me ne sono fatta una ragione.

Cosa ti senti di consigliare ai giovani che vogliono intraprendere un percorso nel mondo dei social?
Mi sento di dire loro di trattare di argomenti che possono essere utili per aiutare chi sta male e arricchire, dal punto di vista dei valori e del modo di pensare, la società in cui viviamo. Non bisogna solo parlare di ciò che di brutto ci accade per impietosire le persone. Bisogna anche parlare di ciò che ci rende felici, dei momenti belli e divertenti di cui siamo protagonisti.
Ci si deve raccontare a trecentosessanta gradi, è questa l’ arma vincente.

I social hanno cambiato i rapporti umani?
Credo che per certi versi i social siano stati la rovina di tutti noi.
Se ad esempio ci si inizia a mandare foto hot e le si diffondono ovunque, ecco che a causa dei social un rapporto si rovina, ma, se si utilizzano per sentire amici e parenti che sono lontani da noi o per conoscere nuove persone possano essere un ottimo strumento di comunicazione. Tutto dipende sempre dal modo in cui i social si utilizzano.

Che rapporto hai con l’ amicizia e l’amore?
Ho un bellissimo rapporto con l’amicizia.
Sono circondata da tante persone che mi sopportano e supportano,facendomi sentire amata. In questo periodo di convalescenza post intervento ho riscoperto tantissimi ragazzi che nonostante la mia disabilità mi dicono cose meravigliose. Mi sono resa conto che sotto questo punto di vista vi è una mentalità che si sta aprendo pian piano.

Sui social spesso si parla anche di fenomeni come la violenza sulle donne. Cosa, secondo te, si potrebbe fare per porvi fine? I social possono essere d’ aiuto per porre fine a fenomeni come questo?
Secondo me per porre fine a questo fenomeno sarebbe opportuno vi fosse più amore nei confronti delle donne. È necessario far capire agli uomini che le donne ci danno la vita e ci amano più di ogni altra cosa al mondo. I social sotto questo aspetto possono essere un’arma a doppio taglio. A volte sono stati proprio questi ultimi a dare agli uomini l’input per commettere crimini inammissibili nei confronti delle donne.

Alle donne vittime di violenza che non hanno il coraggio di denunciare cosa vorresti dire?
Sono del parere che se le donne non hanno il coraggio di denunciare è perché nonostante tutto provano tanto amore nei confronti di chi le maltratta. Consiglierei loro di parlarne almeno con qualcuno, di essere forti e denunciare, perché compiere questo passo è una forma di rispetto nei confronti di se stesse.

Cosa vorresti dire, invece, alle persone che ti seguono?
Considero chi mi segue non delle semplici persone, ma una vera e propria famiglia.
A loro dico semplicemente grazie. È grazie a loro se ho trovato un motivo per rinascere.
Li ringrazio perché sono andati oltre la mia disabilità e il mio fisico e hanno guardato la mia intelligenza, che è la cosa più importante.

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