Chi pensa che il Cavaliere parli a caso si sbaglia.
La sua ultima uscita sull’Ucraina è un segnale alla comunità internazionale.
Chi la derubrica come vicenda interna alla maggioranza, o peggio come sfogo estemporaneo, è fuori pista.
Silvio Berlusconi sottolinea, età ed autorevolezza lo consentono, quello che molti pensano ma non possono dire: la guerra sta durando troppo e Zelensky deve cambiare qualcosa.
Berlusconi non ha mai citato Putin, suo vecchio amico, non ha preso le sue difese o messo in dubbio le ragioni antiche dell’alleanza atlantica.
Ha, opportunamente, aperto una riflessione su alcuni errori del Presidente ucraino e sottolineato che senza scossoni e continuando con l’invio delle armi la guerra finirà mai.
Serve una grande azione diplomatica per porre fine alle ostilità e perché questa sia efficace è necessario parlare alle due forze in campo, è necessario che si riconoscano le ragioni e gli errori degli uni e degli altri.
Nello scacchiere internazionale, in un Europa appiattita, l’unico che lo fa è Silvio Berlusconi.
È più utile promuovere riflessioni così, agitare idee, sollecitare le coscienze, rispetto all’invio di mitra, Kalashnikov, bombe intelligenti e carri armati.
Spiace che, in Italia, qualcuno non lo capisca.