Tira forte il vento per la maggioranza di Governo. Il centrodestra campano spera che l’effetto ‘Meloni’ possa durare fino alle prossime regionali del 2025.
Potrebbe capitare ma qui pesano, al netto della circostanza tempo, diverse incognite.
Lo scenario campano non è ancora allineato al clima nazionale. Forza Italia viaggia, fra abbandoni e nuove adesioni, oltre la media nazionale ma gli altri partiti della coalizione hanno difficoltà. Fratelli d’Italia è sotto la media nazionale ma la leadership di Cirielli, e la crescita su Napoli, lasciano buone speranze per una inversione di tendenza. La Lega è ancorata, per un posizionamento antico, fra il 4 e 5 %, non può andare oltre. I moderati ed i socialisti se non legittimati dalla coalizione avranno difficoltà ad affermarsi.
In questo scenario c’è un centrosinistra che, se non dovesse prevalere l’istinto suicida del Pd, gode di buona salute. Il merito, bisogna riconoscerlo, è ad oggi di Vincenzo De Luca. È già in campagna elettorale, in verità ha mai smesso, e sta costruendo liste ed accordi per le elezioni. I suoi uomini sono già a lavoro per Campania Libera e De Luca Presidente.
A queste liste si aggiungerà quella del Pd, quella dei socialisti di Maraio (che in Campania ha roccaforte), quella dei Verdi di Borrelli, che sta crescendo nel panorama nazionale, ed ancora Più Europa (che ha riferimenti regionali) e, se si dovesse chiudere il cerchio, quella del Terzo Polo e non quella del Movimento Cinque Stelle. Sette liste senza considerare la galassia centrista dei Mastella, dei Pomicino e dei Lanzotti, degli irpini.
In Campania, insomma, la partita è aperta e chi pensa, da qui al 2025 a complicati automatismi, rischia di rimanere scottato. Servirà tanto lavoro. Determinante sarà il clima nazionale ma anche e soprattutto la forza e la volontà di costruire squadre, coalizioni. Il centrodestra dovrà lavorare da subito per allargare il campo. Il centrosinistra dovrà affrontare, senza ipocrisie, il tema De Luca.