“La riforma della giustizia che il governo ha in cantiere non deve trarre spunto dal caso Berlusconi ma solo dalle condizioni in cui versa la giustizia, dai milioni di cause civili e di processi arretrati, dall’inefficienza della macchina giudiziaria”. Lo afferma Licia Ronzulli, capogruppo di FI al Senato, a Repubblica dopo l’assoluzione di Silvio Berlusconi al processo Ruby Ter.
“E’ necessaria – rilancia – una netta separazione delle carriere, una seria regolamentazione delle intercettazioni, con divieti e sanzioni per chi violasse il vincolo della loro segretezza o diffondesse quelle ininfluenti ai fini del processo. Va modificato profondamente l’abuso d’ufficio e salutiamo con favore il progetto del ministro Nordio di modificare la legge sulla prescrizione, che i 5Stelle avevano trasformato in un ‘fine processo mai'”. A chi sostiene che il presidente di FI sia stato assolto in base a un cavillo Ronzulli poi replica: “Dopo aver inventato dal nulla un processo, ora l’accusa pretende anche di scrivere le motivazioni della sentenza al posto del tribunale. Per noi conta il verdetto. Se ne faccia una ragione l’opposizione – non tutta, per la verita’ e per fortuna – che ha cavalcato l’offensiva giudiziaria, sperava nella condanna del presidente Berlusconi e ora si aggrappa a cavilli che non esistono”. “L’unico eccesso cui abbiamo assistito – conclude la parlamentare – e’ stato quello di guardare dal buco della serratura della vita privata di una persona, per cercare di distruggerne l’immagine. Tutto cio’, in un Paese civile e’ inaccettabile. Le responsabilita’ politiche e morali sono di chi ha permesso tutto questo. Perche’ lede la liberta’ di una persona. E non parlo solo di quella di Berlusconi, ma di ogni cittadino”.