Il socialista Impertinente
La Procura di Salerno ‘colpisce’ ancora. Non bisogna essere giuristi per segnalare alcune anomalie sulle decisioni riguardanti l’inchiesta sugli appalti truccati che interesso’ il Comune di Salerno nell’ottobre 2021.
I magistrati hanno il dovere di giudicare fatti, riconoscere fattispecie di reato. Possono, per usare una sintesi estrema, condannare o assolvere. Quello che non è consentito è il giudizio morale, l’analisi dei costumi.
Sul caso Cooperative a Salerno o ci sono reati o nulla. Non è comprensibile il giudizio sul ‘Sistema Salerno’. Può la Politica ed è legittimo esprimere un ‘giudizio morale’, le toghe devono fare altro: decidere o tacere.
Le indagini di Salerno hanno disvelato secondo i magistrati “un humus di clientelismo e rapporti preferenziali che ha consentito negli anni la proliferazione di relazioni deviate tra imprenditori politici e pubblici funzionari: tuttavia tali vicende satelliti e tali coinvolgimenti – all’esito degli approfondimenti investigativi – o non appaiono integrare autonome o compiute notizie di reato o non assurgono a ipotesi di concorso nelle singole condotte di reato imputabili a terzi”.
I sostituti procuratore Guglielmo Valenti ed Elena Cosentino, nella richiesta di archiviazione accolta l’8 febbraio scorso dal gip Gerardina Romaniello, così scrivono. Non è comprensibile. Davvero no.
Intanto l’inchiesta arriva alla parola fine per tutti. Per il Presidente Vincenzo De Luca, accusato, in uno stralcio, di corruzione politica, per il sindaco Vincenzo Napoli, per l’ex dirigente comunale ora capo staff del primo cittadino Felice Marotta, si chiude anche per il consigliere regionale Franco Picarone.
Loro per primi dovrebbero essere infastiditi dalla parole dei magistrati. Loro, come altri, dovrebbero chiedere spiegazioni.
Non si chiude, per la cronaca, lo stralcio, per il quale sono a giudizio immediato, Vittorio Zoccola e Nino Savastano.