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17 Novembre 2024

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Ucraina, parla Shevchuk: la guerra assurda e sacrilega

Parla di una “tragedia”, per l’Ucraina e per il mondo, di una “popolazione traumatizzata” da questi dodici mesi di una guerra “cieca, assurda, sacrilega”, e dell’“impotenza” di giungere alla pace. Poi lancia un appello ai politici, ai media, a chiunque abbia voce e responsabilità a livello internazionale: “Non lasciateci soli… La menzogna e l’indifferenza uccidono”. L’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, Sviatoslav Shevchuk, è a colloquio via Zoom – lo riporta Vatican news – con un gruppo ristretto di giornalisti, a pochi giorni dal primo anniversario dell’invasione russa del 24 febbraio 2022.

Le visite

Il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina è collegato dall’arcivescovado, sua residenza a Kyiv dalla cui finestra, affacciata sul fiume Dnipro, nei mesi scorsi ha visto esplodere “il fuoco” nel cielo. Nella capitale ucraina, mentre si svolge l’intervista, è giunto a sorpresa il presidente statunitense Joe Biden. Shevchuk sorride: “Un anno fa, in questo momento – dice – tutti ci abbandonavano. Dopo il 24 febbraio sono rimaste solo due rappresentanze: il nunzio apostolico, Visvaldas Kulbokas, e l’ambasciatore polacco. Molti si sono spostati a Leopoli, nell’Ucraina occidentale o in Polonia. A distanza di un anno tutti sono tornati, vengono a visitarci qui. A livello politico, militare, i frutti di queste visite saranno rivelati dagli esperti. Ma parlando a nome della gente semplice, questo ci fa sentire che non siamo dimenticati, non siamo abbandonati, che possiamo contare sulla solidarietà dell’Europa, dell’Italia, del mondo”. “È una grande consolazione”, dice l’arcivescovo, “l’esercito russo ci ha condannato a morte. La solidarietà ci dà la speranza che questa condanna non sarà eseguita, che saremo capaci di sopravvivere, difenderci e costruire un Paese libero e democratico”.

La guerra assurda

“Speranza” è una parola che Shevchuk ripete spesso durante il colloquio. Insieme a questa, anche “gratitudine”. Gratitudine “al Signore perché siamo stati capaci di sopravvivere e servire il nostro popolo facendo il possibile”; gratitudine “per l’immensa solidarietà universale”. Alla gratitudine, però, si accompagna un “senso di impotenza”: nel prevenire la guerra e ora, dopo un anno, nel fermarla. “Alla fine del 2021, già si prevedevano i fantasmi della guerra che si avvicinava… Da parte mia ho cercato di sensibilizzare tante istituzioni di questo pericolo ma purtroppo né i meccanismi del diritto internazionale, né gli strumenti diplomatici sono stati in grado di prevenire la tragedia. Tutto il mondo si sente impotente di fronte ad una cieca, assurda, sacrilega guerra”.

Il rammarico più grande, confida Shevchuk, è di non essere riusciti a salvare le vite umane: “Ricordo Mariupol: quante volte abbiamo tentato di portare cibo e acqua, ma tanta gente è morta lì di fame e sete”. E tanta gente è morta torturata e ammazzata o colpita dai missili. “Quest’anno forse per la prima volta – dice l’arcivescovo maggiore – ho visto come le armi moderne sono capaci di distruggere tutto: vite umane, città, ecologia”.

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