Giuseppe Cirielli, per tutti Italo, è consigliere comunale a Cava, cresciuto a pane e politica. E’, infatti, ‘figlio d’arte’ ma per lui in cognome non ha mai rappresentato corsia privilegiata ma ragione di impegno doppio. Ha fatto la giovanile, girando Salerno e l’Italia, in largo e lungo. Ora è fra i quadri provinciali e trova sempre il tempo, mai trascurando Cava de’ Tirreni, di assicurare la presenza in ogni angolo della Provincia. La passione è nel Dna.
Consigliere Cirielli, lei in prima linea a Cava. Che bilancio delle attività dell’Amministrazione?
Innanzitutto, voglio ringraziare la redazione del Pezzo Impertinente, che in un momento di crisi generale dell’editoria e del giornalismo, non fa mancare il suo prezioso contributo al dibattito locale e no. Per quanto concerne il bilancio di questi due anni a Cava de’ Tirreni, per quanto bisogna ricordare che l’Amministrazione a guida PD, con sindaco Servalli, è già alla seconda esperienza, non posso che esprimere la mia più totale disapprovazione. Da una parte bisogna riconoscere a questa amministrazione di aver governato in un momento tragico per il mondo intero: il Covid-19 e la guerra in Ucraina hanno stravolto qualsiasi nostra convinzione su ciò che eravamo abituati a conoscere; così come sono ben note le ristrettezze generali in cui versano i tanti comuni italiani, che negli anni hanno vissuto un vero depauperamento delle risorse che venivano trasferite dal governo centrale. Dall’altra parte però quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Ed è qua che ha peccato questa amministrazione, che, innanzitutto, è priva di qualsiasi visione, se non qualche frase spot e di poca sostanza. A ciò si aggiunge un clima di tensione perenne sia all’interno della classe politica, che non è unita da niente, se non dal forte desiderio di voler “governare” a tutti i costi la città, sia fra classe politica e burocratica dell’ente; sono frequenti i momenti di tensioni fra gli stessi, sia nelle stanze segrete del comune che durante le adunanze consiliari. Insomma, in un contesto difficile di per sé, un gruppo di persone, senza nessun tipo di strategia, con non molta capacità, dilaniata da litigi continui che speranza può dare ad una città, che fra l’altro avrebbe tutte le carte in regola per essere fiore all’occhiello della nostra provincia e non solo?
L’Amministrazione a Cava? è priva di qualsiasi visione, se non qualche frase spot e di poca sostanza. Troppe liti
Da responsabile provinciale degli Enti locali, invece, quale fotografia consegna di Fratelli d’Italia sul territorio? Anche alla luce delle prossime amministrative.
Naturalmente il partito è in continua crescita è lo dimostra il risultato dell’ultimo tesseramento, in cui siamo passati da 1800 tesserati del 2021 a circa 3600 del 2022. Un risultato straordinario a testimonianza della credibilità che ha il nostro leader, Giorgia Meloni, e tutta la classe dirigente sul territorio salernitano. Gli Amministratori iscritti sono più di 150, quasi il 10% di tutti i consiglieri della Provincia. A tal proposito, come partito stiamo pensando di organizzare una convention che dia la possibilità ai tanti amministratori iscritti di potersi conoscere meglio e mettere a rete le preziose esperienze amministrative e non che ognuno di loro ha vissuto.
Il partito è in continua crescita è lo dimostra il risultato dell’ultimo tesseramento. Un risultato straordinario a testimonianza della credibilità che ha il nostro leader, Giorgia Meloni, e tutta la classe dirigente sul territorio salernitano
Pe quanto concerne le prossime amministrative, il partito, sia a livello provinciale, che a livello regionale, sta lavorando per far si che la positiva esperienza vissuta a livello nazionale e nelle Regioni Lazio e Lombardia, possa essere replicato anche a livello locale in Campania. L’ambizione è quella di andare al governo di tutte le città al voto e questo sarà possibile solo con un’unione seria e basata su di un programma credibile, come quello che ci ha portato a vincere nelle precedenti competizioni in quasi tutta Italia.
Il 25 settembre è stata fatta la storia: il primo presidente del Consiglio donna (in faccia alla sinistra che solo a chiacchiere difende i diritti delle donne) e il primo presidente del Consiglio di destra
Fdi è forza di governo. Sono passati i primi 100 giorni. Lei in giro per la provincia ha avuto modo di consegnare dei bilanci. Ci offre una sintesi dei risultati ottenuti?
Il 25 settembre è stata fatta la storia: il primo presidente del Consiglio donna (in faccia alla sinistra che solo a chiacchiere difende i diritti delle donne) e il primo presidente del Consiglio di destra.
I primi cento giorni sono stati, a mio parere, caratterizzati da un cambio di passo rispetto all’approccio alla cosa pubblica. Innanzitutto, è stata dimostrata a livello internazionale la credibilità che la nostra coalizione, guidata da Giorgia Meloni, ha sempre professato, ribadendo la vocazione atlantista dell’Italia, non perdendo l’approccio sovranista che ha sempre contraddistinto la nostra forza politica. In altre parole, si sta portando avanti quello che si è detto in campagna elettorale: rivendicare in UE, e non solo, la posizione storica e economica che l’Italia ha sempre occupato. Un cambio di passo epocale, rispetto a quanto siamo stati abituati e vedere negli ultimi, in cui i governi guidati dal PD e dal M5S hanno totalmente svenduto l’interesse nazionale a soggetti esterni all’Italia.
Per quanto concerne la politica interna, si è, invece, ereditato una situazione disastrosa; più di 2500 miliardi di euro di debiti, parte del nostro popolo che con il reddito di cittadinanza e con il Superbonus era stato abituato solo a chiedere allo stato e a vedere lo stesso come una mucca da mungere senza sosta. Come detto più volte, il M5S è stato veleno per l’Italia, soprattutto nella parte meridionale, già abituata male da una classe politica non all’altezza.
Senza ripercorrere ogni singolo provvedimento proposto da questo governo, vorrei riassumere l’azione di governo con tre concetti che, secondo me, hanno ispirato l’azione di governo: più serietà, meno burocrazia e più meritocrazia.
Autonomia differenziata. Se ne discute tanto. Può essere un boomerang per la maggioranza di Governo?
Purtroppo, gli italiani, colti e meno colti, si fermano a leggere il titolo e non vanno oltre. Molti in mala fede ed ignoranza vedono in questa legge la panacea di tutti i mali per il sud Italia, la domanda che gli pongo è: fino ad oggi dove hanno vissuto? Senza discutere della questione storica, a me sembra che il male della nostra terra sia stato principalmente una classe dirigenziale scarna, priva di contenuti e spesso in mala fede che ha oppresso un territorio, ricco di risorse, e un popolo, pieno di competenze. Ha fatto scappare le nostre migliori energie e ha costretto quelli che sono rimasti a vivere sono gli standard che avrebbe potuto raggiungere. La Legge in questione, non solo non danneggia il Sud Italia, anzi darà un’accelerata al piano di riforme che avrebbe dovuto uniformare l’Italia sotto il punto di vista dei servizi offerti a nostri cittadini (che sulla carta sarebbe dovuto partire tempo addietro, ma nella realtà non è mai partito). Parlo dei famosi LEP, livelli essenziali delle prestazioni, che, senza la definizione dei quali, non darà la possibilità alle regioni più virtuose di poter autogestire servizi che prima venivano erogati dallo Stato.
Insomma, con l’attuale Bozza di Legge, si avrà l’obbligo per le regioni più indietro di mettersi pian piano a livelli minimi, e non da terzo mondo, e per le regioni più virtuose di correre ancora di più, diventando volano per una crescita uniforme e coesa di tutta l’Italia.
In Campania è forte ancora l’effetto De Luca. Ci sono le condizioni per voltare pagina anche qui?
L’effetto De Luca, purtroppo, è ancora forte, non tanto nell’elettorato, ma nella gestione della cosa pubblica, ostacolando la crescita della Campania che, già in tanti aspetti, era ultima in Italia. Sono convinto che l’esperienza sia all’ultimo giro di boa, anche se il clima è talmente incancrenito che fare previsioni oggi sarebbe impossibile, soprattutto non sapendo quali saranno le proposte in campo.
Nostro compito sarà creare un’alternativa credibile, basata su un progetto programmatico serio, inspirato dall’azione del Governo Meloni, e su di una giusta commistione fra energie nuove, di cui la nostra regione ha disperato bisogno, e persone di comprovata esperienza. Siamo sulla strada giusta e sono certo che nel 2025 ne vedremo i frutti.