“Io a suo tempo proposi l’elezione diretta del Capo dello Stato, devo ammetterlo, per ragioni del tutto strumentali. C’era un sistema politico bloccato e interamente centripeto che aveva bisogno di avere opzioni alternative: un centrodestra e un centrosinistra che offrissero agli elettori due linee politiche alternative; con un sistema centripeto questo era impossibile”. E’ quanto ricorda Giuliano Amato, all’Avanti!. “Pensai che con l’elezione diretta del presidente, due schieramenti si sarebbero sicuramente formati – spiega Amato -. Ero consapevole che questo avrebbe privato la figura del presidente di un connotato importante di essa e cioe’ la figura di garanzia che rappresenta l’unita’ e non una parte. Pero’ la mia risposta, allora, fu che l’Italia era riuscita, in quaranta anni all’epoca di Costituzione, a suturare pian piano le sue fratture politiche”. “Pensavo che sarebbe stato possibile quello che era possibile anche in Francia e negli Stati Uniti: un presidente eletto da una parte che viene poi riconosciuto come rappresentante di tutti. Devo dire che con il passare dei decenni questo si e’ dimostrato non essere vero – sottolinea -. C’e’ stata ovunque una radicalizzazione tale della politica che il presidente non lo vive piu’ nessuno come un bene di tutti, ne’ in Francia, ne’ negli Stati Uniti. In un Paese come il nostro che non e’ piu’ centripeto, che ha sbloccato quella alternativa centrodestra-centrosinistra che allora era impossibile, il prezzo della elezione diretta, in termini di perdita della figura unitaria di garanzia, sarebbe superiore ai benefici”.