di Vanni Vignes
Il Dottore commercialista Alessandro Sansone, prova ad aiutarci nella complicata opera di lettura di un bilancio societario. In questo caso, quello della Salernitana.
Il bilancio depositato al 30 giugno 2022 e redatto secondo i principi contabili internazionali IFRS, relativo alla stagione agonistica 2021/2022, si colloca a metà tra la gestione Marchetti, nella quale le quote societarie erano in possesso dei trustees Isgrò e Bertoli, e quella Iervolino, proprietario del club tramite la IDI srl dal 13gennaio dell’anno scorso, data di acquisto delle quote del club per un valore complessivo di 10 milioni di euro.
Seppur poco significativo, il raffronto coi valori dell’esercizio precedente (relativo al vincente campionato di serie B) permette di evidenziare il netto incremento dell’attivo patrimoniale del club, sia sotto forma di beni materiali (macchinari, attrezzature) che passano da 187.393 a 703.368 (principalmente per investimenti in impianti per la sede sportiva, automezzi e macchine agricole), che di cartellini acquistati a titolo oneroso (da 2.348.006 a 26.813.395).
Si nota, inoltre, come il “marchio” del club (ovvero tutto quanto fu acquistato nel 2012 dalla Energy Power di Antonio Lombardi) è iscritto per un valore al netto degli ammortamenti di € 230.958, senza che per esso la società granata abbia usufruito di procedure di rivalutazione (casi scuola quelli dell’Inter FC per 163,4 milioni di € o dell’Udinese) o abbia proceduto a trasferirlo a royalty companies create allo scopo (in passato i soli diritti di sfruttamento erano stati ceduti, a prezzo “più che congruo” alla SS. Lazio Marketing & Communication S.p.A.)
A tale incremento dell’attivo è stato fatto fronte con l’immissione di 20.000.000 a titolo di capitale (pari all’incremento della voce Altre riserve del capitale netto) di cui 5.000.000 iscritti a crediti verso soci al 30 giugnoed incassati, a quanto riporta la nota integrativa, nei primi giorni di agosto 2022. Ciò ha consentito un sensibile miglioramento della posizione finanziaria netta, appesantita, nella gestione precedente, dal ricorso al “factoring su crediti verso enti del settore specifico” per scontare i crediti in via di maturazione nei confronti della Lega ed ha portato l’esborso complessivo di Danilo Iervolino, nei primi otto mesi di presidenza, alla somma di € 30.000.000 e la società ad avere, al 30 giugno 2022, disponibilità liquide per oltre 7 milioni, a fronte dei circa 100.000 € al 30 giugno 2021.
Raddoppiano tuttavia in valore assoluto i debiti, sia per le dilazioni fiscali e contributive consentite dalla Legge di Bilancio 2022, sia per l’aumento del monte ingaggi (i debiti verso tesserati e dipendenti passano da quattro milioni e settecentomila a otto milioni e ottocentomila, i debiti verso società calcistiche estere da 0 ad oltre 10 milioni di euro).
I ricavi del botteghino sono una quota assolutamente marginale dei ricavi (quasi 7 milioni su un totale di ricavi pari ad oltre 46 milioni, in cui la parte del leone è fatta, come è ormai comune da diritti televisivi e simili (oltre 28 milioni di euro) e sponsorizzazioni (oltre 5 milioni). Permane, quindi, più di qualche perplessità sulle politiche di prezzo per abbonamenti e biglietti adottate per la stagione in corso, considerato che l’afflusso allo stadio può dare benefici in termini di immagine, calore e fidelizzazione prima ancora che economici. Rimane ancora risibile il merchandising, che ha apportato solo 578.781 euro nella prima stagione di serie A.
Il costo dei salari è più che raddoppiato (elemento assolutamente fisiologico considerando anche i premi salvezza), mentre spicca l’azzeramento da 11.941mila(bilancio precedente in cui c’era stata la cessione a prezzo “più che congruo” di Akpa Akpo alla SS. Lazio) a 192mila delle plusvalenze (la cessione all’Atalanta di Ederson sarà riportata nel bilancio 2022/2023).
La perdita netta complessiva è ancora più pesante di quella risultante in bilancio, pari a quasi 17 milioni di euro, in quanto sono state iscritte 4.752.000 di imposte anticipate (sulla previsione di utili a regime, dopo un triennio di consolidamento).
Triennio che, salvo imprevisti sul terreno di gioco, dovrebbe portare alla definitiva patrimonializzazione del club (basti pensare al centro sportivo di cui si sente davvero la necessità) ma che comporterà, a meno da consistenti aiuti derivanti da plusvalenze di cessioni calciatori, ancora un consistente esborso annuo per il Presidente Iervolino.
Luci ed ombre, quindi. Il calcio è un’impresa particolare, in cui risultati sportivi ed economici non vanno di pari passo. Servirà fortuna, passione, competenza, e probabilmente ancora tanti soldi.
Ma, come recita il motto sociale, MACTE ANIMO.