La strage di migranti a largo delle coste calabresi non passi nelle nostre menti senza lasciare un segno e determini cambiamenti in chi ha responsabilità politiche.
Ed allora, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, sia chiara una cosa a tutti, sia ‘scontato’ un punto di partenza: i barconi a mare, quelli che arrivano in acque territoriali di competenza italiana, si soccorrono a prescindere, si mettono in sicurezza. Vale per donne e bambini senza se e senza ma e per tanti ‘disperati’ che fuggono da fame e violenze.
Se non siamo capaci di impedire le partenze, di presenziare le coste dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, se non siamo capaci di sviluppare serie collaborazioni con gli Stati interessanti, se non siamo capaci di essere rispettati in Europa, non abbiamo alternative.
Un minuto dopo i soccorsi si può valutare, perché la garanzia del soccorso non è la logica delle porte aperte o delle regole che si infrangono, chi ha diritto a rimanere, un minuto dopo si assicurano alla giustizia i ‘trafficanti di uomini’.
Sia chiaro a tutti, allora, questo principio di civiltà, di amore, di assoluto buonsenso.
