“Elly Schlein accende l’entusiasmo. A me non preoccupa certo se il Pd si sposta a sinistra sui migranti e sulla pace, ma la nostra scommessa deve essere di attrarre la società tutta, non solo la parte più radicale”. Lo afferma a Repubblica Graziano Delrio, sostenitore di Stefano Bonaccini al congresso, rivolgendosi alla neosegretaria: “L’innovazione non consiste nello spingere fuori dal partito chi la pensa diversamente da te”. E aggiunge che il Pd “è un partito ampio e accogliente dove convivono diverse sensibilità. Se nei confronti di alcuni ci fosse un senso di fastidio, il Pd non sarebbe più il Pd”. “Per farlo ritornare sano – prosegue l’ex ministro – bisogna stare sui problemi concreti”, “si guarisce pensando, studiando e lavorando con la società. Come dice Romano Prodi giustamente, prima il programma, poi le alleanze”. A questo proposito, Delrio sottolinea che “certo non mi preoccupano le prove d’intesa” con Conte, “non mi preoccupa davvero un Pd di sinistra su immigrati e pacifismo. Contano le convergenze sulle cose da fare”. E ricorda: “nel 2018 presentai un disegno di legge sul salario minimo che allora non fu nemmeno preso in considerazione dal governo Conte. Così come sull’immigrazione i 5Stelle hanno cambiato idea, per fortuna. Quindi oggi vedo un bell’impegno di tutti e spero sarà così anche sulla sanità pubblica che rischia il collasso”. Teme scissioni? “Le scissioni – risponde – sono sempre state un errore. Il partito democratico, ripeto, nasce e cresce nella diversità”. E se cambiasse nome? “A me piace molto il nome che c’è”.