C’era una volta “non sono queste le partite in cui dobbiamo fare punti”. Poi però accadeva che la Cremonese battesse la Roma, lo Spezia superasse l’Inter ed ancora altri risultati in questo torneo che hanno confermato, a chi ne avesse avuto ancora bisogno, che il calcio non è una favoletta e che nulla è mai deciso in partenza. Certo, le differenze di valori esistono, nessuno lo mette in dubbio, ma esiste anche il campo, su cui questi valori vanno dimostrati e confermati. La partita di stasera è complicata, la più complicata da quando Paulo Sousa è al comando della Salernitana perchè i suoi uomini sono chiamati a dare conferme e lo devono fare al cospetto dei campioni d’Italia in carica. I passi in avanti registrati in queste settimane hanno dato fiducia all’ambiente ma soprattutto alla squadra. L’approccio dei calciatori alle partite è cambiato radicalmente in termini di fiducia nei propri mezzi e qualità nell’interpretazione dei movimenti e delle giocate.
“San Siro è un palco da campioni, perciò dobbiamo giocare da campioni con le rispettive differenze che esistono. Bisogna giocare sempre con questa mentalità, una mentalità che ho sempre avuto anche da giocatore e tento di trasmetterlo ai miei giocatori”.
Tutto nasce da qui, da un lavoro fatto anche e soprattutto sulla testa dei calciatori. Convinzione, fiducia e voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo, la ricetta del tecnico è ormai chiara. Per quanto riguarda la partita la mia personalissima sensazione è che ci possa essere la scelta di provare ad attaccare alle spalle dei difensori rossoneri per evitare che Piatek, possa essere facilmente ingabbiato. In quest’ottica la scelta di Dia come terminale offensivo sarebbe assolutamente più logica e funzionale. A meno che Paulo Sousa non decida di andarsi a giocare la gara sul piano del palleggio e che quindi il lavoro del polacco quando diventa il riferimento per gli appoggi dei centrocampisti venendo loro incontro, sia fondamentale. Certo che tenere ancora fuori il capocannoniere della squadra potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ci mancherebbe altro. Ma la fiducia in questo allenatore deve andare oltre una singola scelta perchè il lusitano ha dimostrato sempre nella sua carriera di sapere anteporre il bene della squadra ai propri legittimi gusti calcistici. Da valutare infine anche l’inserimento dal primo minuto di Mazzocchi, che prenderà il posto di uno fra Sambia o molto più probabilmente Bradaric. Anche se va tenuto presente che l’accoppiata Theo/Leao sulla corsia di sinistra rappresenta un banco di prova bello “tosto” e che costringerli a correre anche all’indietro, darebbe una grandissima mano alla squadra per respirare e mettere in difficoltà i rossoneri. L’ipotesi di vedere l’ex Montpellier sostituito da Mazzocchi, sulla corsia che l’ha portato in nazionale tra l’altro, non è quindi affatto da scartare.