Putin vuole sradicare l’identita’ di un popolo e quindi deve risponderne penalmente”. Lo dice a Repubblica l’ex procuratrice dell’Aja, Carla Del Ponte, protagonista del processo a Slobodan Milosevic.
“Finalmente e’ stato raggiunto un primo traguardo molto importante, che e’ solo un primo passo verso la contestazione degli altri innumerevoli reati di cui Putin dovra’ essere incriminato”. Per lei “sotto accusa penale non c’e’ il governo russo, ma una persona specifica, e cioe’ Putin. Perche’ la responsabilita’ criminale riguarda una sola persona, e cioe’ lui”. “Il crimine di guerra di cui e’ accusato, la deportazione dei bambini, e’ gravissimo e non l’abbiamo ancora mai visto contestato a livello di responsabilita’ penale. Ma ci saranno tantissimi altri crimini di guerra e crimini contro l’umanita’ commessi in questo anno di guerra in Ucraina che sono apparsi estremamente gravi e di cui lui stesso dovra’ rispondere”, sottolinea Del Ponte. L’ex procuratrice precisa “quelli che puniscono il sistematico attacco contro tutti i civili, le reiterate torture inflitte alla popolazione, gli atti di violenza sulle donne e sui bambini, tutte le violazione compiute dall’esercito russo che rispondeva ai suoi ordini essendo lui l’unico capo supremo”. Sara’ possibile risalire dalle singole deportazioni dei bambini alla responsabilita’ di Putin? “Sicuramente si’. Se e’ stato emanato un ordine di arresto internazionale vuol dire che il procuratore generale della Cpi ha gia’ presentato le prove del crimine. E se i giudici hanno detto di si’ vuol dire che queste prove sono convincenti”. Per Del Ponte “un fatto e’ certo. Da oggi la sua vita da capo dello Stato diventa difficile. Gli sara’ inibito qualsiasi vertice internazionale. E’ innegabile che la richiesta di arresto incrina irrimediabilmente la sua immagine pubblica. Oggi in Russia lui e’ il presidente, ma e’ chiaro che i gravissimi reati che gli vengono contestati possono giocare anche politicamente contro di lui”.