Il Pd ci arriverà mai: i magistrati in politica – al netto di rare eccezioni- non sono mai un valore aggiunto. Con essi e’ complicato costruire politica.
Le improvvise dimissioni di Franco Roberti, europarlamentare ‘per grazia ricevuta’ (perché senza il sostegno dell’area De Luca le possibilità erano scarse), da presidente della commissione regionale del congresso Pd rappresentano l’ennesimo segnale in questa direzione.
L’esponente Pd ci ha messo un attimo per allinearsi ai nuovi equilibri del Nazareno e non ha spostato le tesi di quell’area che decisiva fu per la sua elezione a Bruxelles.
Nulla da fare per Fulvio Bonavitacola che aveva provato a spiegare al magistrato la necessità traguardare il Pd al congresso regionale.
Serve a poco innamorarsi dei magistrati. I post comunisti hanno un vizio antico.
Il Pd lo ha fatto con Roberti ed a Salerno con Tringali.
A Palazzo di città l’assessore alla legalità ed alla trasparenza, con i suoi assistenti, amici, e varia umanità, non è valore aggiunto (è idea dell’Impertinente e non lesa maestà) per la civica amministrazione e leva spazio a chi si è misurato con il consenso, a chi è allenato alla politica.
Le toghe amministrino la giustizia, la politica è cosa altra.