Il leader di Azione, Carlo Calenda, a “Repubblica” osserva che “l’assenza dei leghisti dai banchi di governo segna l’inizio della crisi. Sull’Ucraina spiega – una questione cruciale, non stanno piu’ in piedi. Ho ascoltato l’intervento del capogruppo leghista Romeo al Senato ed era perfettamente sovrapponibile a quello dei Cinque stelle”. Da qui a prevedere una implosione a breve pero’ ce ne corre: “Alt. Non ho detto questo. Non ho previsioni da fare. Ho solo segnalato che sono in crisi politica, di contenuti e di proposte”. Quanto a Giorgia Meloni, “era nervosa. Noto un affanno gigantesco nell’attivita’ di governo. Non ha un’agenda, la subisce. Dovrebbe andare all’attacco, invece gioca in difesa. E’ partita con un indice di gradimento tra i piu’ bassi e sappiamo tutti che strada facendo si cala. Nella maggioranza e’ un continuo distinguersi. Da un lato gli alleati soffrono l’egemonia di Fratelli d’Italia, dall’altro fiutano la debolezza della premier”. Sull’Ucraina l’opposizione ha presentato quattro risoluzioni diverse: “Si e’ creata una strana convergenza: Fd’I, Pd, Terzo Polo, contro M5s e Lega. Dopodiche’ io l’ho detto in tutte le lingue che con i Cinque stelle non ho niente in comune”. Ma la lotta alla destra impone realismo: “Facciamo una battaglia comune sulla sanita’. C’e’ un tesoretto di dieci miliardi, spendiamolo li’. Ci sono quattro milioni di persone che non si curano piu’. La lotta alle liste d’attesa non e’ interesse di tutti?”. L’ha proposto a Conte e Schlein: “Si’, ma non ho avuto risposte” ha concluso Calenda.