Rachele Silvestri è una grande donna, una mamma straordinaria, una compagna di vita coraggiosa. Una vittima della ferocia sessista che abita nel Palazzo che dovrebbe garantire i diritti e costruirne di altri.
“Sono stata costretta a fare il test di paternità per mio figlio di soli tre mesi. E il padre è proprio Fabio, il mio compagno. Naturalmente, non avevo dubbi” ha scritto in una lettera al ‘Corriere della Sera’. Con elegante dignità ha detto “ho scelto di rendere pubblica questa storia per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno”. Chapeau.
La Silvestri è vittima (Leggi) della trivialità che abita in certi ambienti della destra italiana, della doppia morale che è tratto distintivo della sinistra post comunista italiana. A lei hanno attribuito storie e legami, è stata perseguitata come capita alle donne belle che, in questo Paese, devono lavorare il doppio per dimostrare di essere brave.
E’ vittima dei suoi compagni di viaggio e di ‘antichi nemici’.
Vada avanti, è l’invito dell’Impertinente, si convinca che molti utilizzeranno questa storia ed il chiacchiericcio vario per allontanarla dalla vita politica, per ridimensionarla.
Si convinca che, da oggi, e’un simbolo. Rilanci.
Lei non lo sa ma, dall’invio della lettera al Corriere, è diventata una eroina socialista. Esplori questo campo che e’ quello delle liberta, della lotta ai pregiudizi, delle infamie da abbattere. Dei diritti da costruire.
Parta ora una nuova stagione. Magari con un garofano all’occhiello….
