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18 Novembre 2024

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Murphy: “Il Pnrr? All’Italia servono tempi più lunghi”

“C’è una enorme massa di denaro da assorbire e non è facile”. Al Sole 24 Ore, il presidente della Corte dei Conti dell’Unione europea, l’irlandese Tony Murphy, ipotizza che le difficoltà dell’Italia “nell’investire il denaro siano dovute a un eccesso di fondi del Pnrr a disposizione; e più in generale mette in luce il rischio di non portare a termine il piano di spesa”.

Murphy non esclude “che i co-legislatori possano considerare un prolungamento della durata del Fondo per la Ripresa e Resilienza (Frr). Gli viene chiesto se c’è bisogno di prolungare l’Frr oltre il 2026 e quindi rivedere il testo legislativo”.

“La scelta è dei co-legislatori. Dal mio punto di vista, credo che in questa situazione i legislatori potrebbero essere chiamati a considerare un eventuale prolungamento dei tempi in modo da avere più tempo per completare tutti gli investimenti” risponde Murphy.

“Sul fronte dei sussidi provenienti dall’Frr” l’Italia “ha già ottenuto 29 miliardi di euro, ossia il 42% del totale a disposizione. Tutto sommato, per ora, l’Italia se l’è cavata piuttosto bene, rispetto ad altri Paesi. Più in generale, però, c’è una concorrenza tra i fondi a disposizione”, precisa il presidente. “Dal bilancio europeo 2014-2020, il paese ha usato appena il 60% dei fondi disponibili. Quanto al periodo 2021-2027, per ora il denaro non è stato pressoché utilizzato – ricorda Murphy – solo i fondi di coesione sono pari a 42 miliardi di euro. Oltre al denaro dell’Frr e del bilancio, dobbiamo poi aggiungere il programma Sure. Insomma, l’Italia è chiamata a spendere nel 2021-2027 quasi tre volte e mezzo quanto doveva assorbire nel 2014-2020. Molto denaro, e molta pressione sulle amministrazioni pubbliche. Aumentano inevitabilmente i rischi di errori”, sottolinea il Presidente. “Nel bilancio comunitario c’è un evidente legame tra la richiesta di esborso e i costi sostenuti. Nel Fondo per la Ripresa e la Resilienza, c’è una dissociazione tra costi e pagamenti. Questi ultimi avvengono a rate, 10 per l’Italia, previsti fino al terzo trimestre del 2026” spiega.

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