di Angelo Giubileo
Nel dibattito, che riguarda un mondo sempre più globalizzato, ricompare l’ipotesi politica di una “terza via” dell’Europa intesa stavolta come scelta strategica di autonomia, propugnata da Emmanuel Macron, dagli USA e dalla Cina.
In Europa, la mia generazione ha già fatto i conti con l’ipotesi di una terza via, all’inizio degli anni Duemila, tra un fronte politico liberista e un fronte politico socialdemocratico. A seguito degli USA e della GB, l’Europa ha scelto allora di fronteggiare lo schieramento definito “islamista”, evidentemente contrario allo sviluppo di un’economia globale a guida Occidentale.
Oggi, invece, l’idea del Presidente francese sembra essere quella di evitare che l’Europa resti schiacciata dal duopolio USA-Cina, se intendo correttamente: come se si trattasse di un vaso di coccio tra due vasi di ferro.
E tuttavia, se anche così fosse, dovremmo chiederci piuttosto se l’Europa, attualmente, abbia davvero la forza e quindi la possibilità di adottare la scelta strategica delineata nel presente da Macron. Egli pare anche che abbia sostenuto l’ipotesi di mantenere, contemporaneamente, buoni legami commerciali con la Cina. Così che l’ipotesi “francese” per l’Europa del futuro sembra piuttosto, rispetto a un passato finanche recentissimo, uno scambio di partner, dagli USA alla Cina, nell’ottica di una nuova organizzazione mondiale. Sbaglieremmo pure, ma non crediamo che per l’Europa questo scambio sia e possa rivelarsi conveniente. Nel 2013, quando gli sviluppi della nuova situazione odierna internazionale iniziarono a manifestarsi, il Presidente Giorgio Napolitano dichiarò e sottolineo’ in un saggio-intervista che <valori, concezioni e impegni essenziali legano indissolubilmente l’Europa agli Stati Uniti. Un legame da salvaguardare e rinnovare malgrado ogni difficoltà> (La via maestra, conversazione di Giorgio Napolitano con Federici Rampini). Condivido.