Di Vanni Vignes
23mila cuori pulsanti hanno accompagnato la Salernitana in quella che probabilmente può essere considerata la migliore prestazione dell’era Paulo Sousa. Il successo sul Sassuolo è stato netto, mai in discussione ed ha messo in mostra in maniera prepotente quanto il processo di crescita stia dando i suoi frutti. Il tecnico portoghese proprio in quest’ottica decide di non snaturare la squadra e la schiera ancora con la difesa a 3, trasmettendo ai suoi ragazzi certezze e riferimenti chiari, accettando l’1 contro 1, nonostante gli avversari schierassero 3 uomini alti per provare a costringere gli esterni granata a restare bassi. 
Sousa però chiede alla Salernitana di di aggredire fin da subito il Sassuolo in fase di giro palla, tenendo quasi in linea il terzetto Dia, Botheim, Candreva costringendo così gli ospiti a rivedere i propri piani. È qui che la Salernitana vince la partita, aiutata da alcune prestazioni individuali di livello altissimo, Gyomberg e Bradaric su tutti. Il centrale sta dimostrando di essere ormai un muro quasi invalicabile per chiunque, mentre il terzino croato offre una prestazione da far leccare i baffi. Presente per 90 minuti garantisce copertura ed appoggi in ogni costruzione messa in campo dalla Salernitana dimostrando a quanti in passato lo hanno messo in discussione, che farebbero bene a cambiare mestiere. I tre punti riportano la Salernitana a più sette dalla zona retrocessione ma, più che la classifica, ciò che lascia tranquilli è la solidità, la qualità e la maturità che la squadra ha dimostrato di possedere.
