“Chi è il riformista? Uno che non va di moda. Perché oggi funzionano i sovranisti a destra, gli estremisti a sinistra. E i populisti, ovunque. Nel tempo degli slogan il riformista studia, propone, lotta. Poi sbaglia, cade, riparte. Ma sempre a viso aperto, sempre animato dalla passione per la realtà, non per l’ideologia”. Così Matteo Renzi direttore editoriale de ‘Il Riformista’, nel suo primo editoriale.
“C’è bisogno di riformisti in Italia e in Europa. Persino quando i riformisti stessi non lo capiscono o si attardano a discutere tra di loro su questioni di terz’ordine. Dal buon risultato dei riformisti dipenderà molto delle alleanze europee nel 2024 e molto di come cambierà la politica italiana”. “Noi – scrive – daremo spazio alle idee riformiste. Che vengano dagli amministratori del centrodestra o da Forza Italia (a proposito: un abbraccio e i migliori auguri a Silvio Berlusconi) o che siano espressioni del PD che non si rassegna alla svolta radicale o del Terzo Polo. Ma anche le idee riformiste della società, del mondo dell’impresa, della rappresentanza, dell’associazionismo. Perché questo è il Riformista. Una casa aperta al confronto. Una palestra di idee. Un luogo di libertà”. “Chi ha paura del futuro è terrorizzato da ciò che potrà fare l’intelligenza artificiale. Io non riesco a vedere tutte le implicazioni che potrà provocare. Vedo però tutti i giorni le implicazioni che provoca la stupidità naturale, che mi fa molta più paura dell’intelligenza artificiale. E allora cerchiamo di fare del Riformista un luogo dove far crescere le intelligenze. Anche quelle naturali” conclude.