“L’Italia è un Paese storicamente litigioso, serve un pater familias, un presidente della Repubblica che sappia interloquire con tutti e abbassi il tasso di litigiosità”. Così l’ex presidente della Camera, oggi senatore del Partito democratico Pier Ferdinando Casini, alla Stampa, in linea con la linea democristiana, racconta la propria contrarietà al presidenzialismo. Secondo il parlamentare, un presidente arbitro “serve alternativamente a tutti, maggioranza e opposizione, che poi magari si scambieranno i ruoli”. Casini sostiene che “per una politica debole, l’unica garanzia è la figura del presidente della Repubblica”. In ogni caso, dice, “non mi sembra che oggi la maggioranza non abbia il potere di decidere: il problema è che spesso non riesce a farlo”. La premier, dunque, “proceda con cautela” nel cambiare la Costituzione, mette in guardia l’ex presidente della Camera. “Ogni volta che lo abbiamo fatto in passato abbiamo fatto pasticci – ricorda – Stiamo attenti a non lacerare il nostro tessuto istituzionale”. “La Costituzione – aggiunge Casini – è frutto di uno sforzo condiviso da tutti, scritta da personaggi di primissimo piano: c’è veramente la necessità di cambiarla?”. Il senatore sostiene di non volere lanciare “allarmi democratici”, ma fa notare che “gli Stati Uniti e il Brasile, due Paesi con sistema presidenziale, sono quelli in cui c’è stato l’assalto ai Palazzi da parte degli sconfitti delle elezioni”. Casini spera che il confronto tra maggioranza e opposizione sulle riforme istituzionali “si risolva in un dialogo sostanziale e non in una parata di propaganda reciproca”.