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18 Novembre 2024

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Salernitana, il futuro si chiama serie A

di Vanni Vignes

La Salernitana batte con pieno merito l’Atalanta sotto il diluvio dell’ Arechi e conquista una salvezza che definire meritata sarebbe assolutamente riduttivo. È Candreva, l’uomo di maggiore esperienza del gruppo di Sousa, a mettere la firma sul successo quindici minuti dopo il suo ingresso in campo, in pieno recupero, quando un po’ tutti erano pronti ad accogliere quello che comunque sembrava un positivo pareggio. Nel primo tempo l’Atalanta pur mantenendo un discreto predominio territoriale non si è quasi mai resa realmente pericolosa, se non per qualche conclusione di testa di Zapata che però mai ha impensierito seriamente Ochoa. I granata pur tenendo discretamente il campo, non riuscivano quasi mai a creare pericoli, soprattutto perché troppo timorosi quando c’era da cercare e trovare la giocata utile a creare superiorità. Nella ripresa invece Gasperini commette un errore, togliendo Pasalic per inserire Hojlund con il conseguente spostamento di Zapata, il migliore fino ad allora, largo sulla sinistra. Senza più il riferimento centrale in fase di uscita in quella zona, l’Atalanta dopo pochi minuti è costretta a rinunciare anche a Soppy sulla destra e senza cambi di ruolo deve sostituirlo con Okoli, un centrale. I riferimenti in fase di costruzione quindi saltano e Sousa è bravissimo ad approfittarne subito. Dentro Kastanos per Mazzocchi, Bradaric sollecitato a puntare il neo entrato sulla sinistra e le occasioni cominciano ad arrivare. Prima quella clamorosa di Dia, che spreca a tu per tu con Sportiello poi il colpo di testa di Piatek che non centra la porta. Ma è la gestione della partita tutta a cambiare con gli ospiti letteralmente dominati dai granata. Il gol è nell’aria ed il fatto che arrivi a pochi istanti dal triplice fischio non è altro che la conferma della qualità di questa squadra, sempre sul pezzo, sempre concentrata e sempre con le idee ben chiare su cosa fare in campo. Paulo Sousa conquista l’obiettivo che la società gli aveva chiesto di portare a casa e lo fa con pieno merito. Ora si può cominciare a pensare al futuro. Il futuro si chiama ancora serie A.

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