”Colpisce l’affetto che ricevo dai tifosi? Spero che le mie parole non vengano interpretate male dai tifosi del Tottenham, l’unico club con cui non sento un legame stretto è quello. Probabilmente perché lo stadio era vuoto per il Covid, il presidente Llevy mi tolse la possibilità di giocare una finale ma con tutti gli altri club ho un legame speciale, perché la gente non è stupida, sa che do tutto per il club. Così è a Roma, il tifoso percepisce che lavoro e lotto per loro, non è solo un fatto di trofei vinti. Anche con la Roma, quando arriverà quel giorno, non sarà facile ma resteremo legati per sempre così come con gli altri club, fatta eccezione per il Tottenham”. Lo ha detto il tecnico della Roma, Josè Mourinho, nel media day della Uefa in vista della finale di Europa League. Il tecnico portoghese ha fatto 5 finali. Sono passati 21 anni dalla prima con il Porto. ”Sono migliorato ma ho lo stesso dna, non voglio tensioni, pressioni ma solo il piacere di giocare questa finale, pensando solo al cammino che si è fatto. L’allenatore migliora con il passare del tempo, mentre il giocatore deve fare i conti con il fisico che cambia e non risponde allo stesso modo a 30 o 40 anni. Per l’allenatore il cervello diventa sempre più acuto, quando si perdono motivazioni bisogna fermarsi ma questo non è il mio caso”, ha sottolineato Mou. ”In caso di vittoria di questa coppa, l’esperienza con la Roma potrebbe essere la mia grande impresa? Non mi piace parlare prima, mi piace giocare, giocare tanto. Un peccato che non si possa giocare una finale ogni settimana, non sto pensando a me stesso ma penso ai giocatori e ai tifosi. Mi piacerebbe tanto aiutare i giocatori a prendere questa gioia infinita. Parlare poco, non mi stanco di ripetere quello che dico anche ai giocatori: vogliamo giocare”, ha concluso il tecnico giallorosso.