“Io credo che dovrebbe farlo di corsa e avere il coraggio di andare ‘per l’alto mare aperto’ approfittando degli anni di opposizione che ci aspettano per recuperare consensi nel Paese, ma sinceramente non penso che accadra’. Continueranno a rincorrerli. E sarebbe un errore mortale”. Lo dice Carlo Calenda al Corriere della Sera alla domanda ‘Prima o poi il Pd si sgancera’ dai 5 Stelle?’.
Per il leader di Azione, anche considerando il risultato delle elezioni regionali in Molise, “quello dei 5 Stelle e del Pd e’ un campo molto indebolito perche’ non puo’ rappresentare un’alternativa di governo”. Calenda individua una possibile conversione tra le opposizioni nel salario minimo. “Stiamo lavorando da tempo – aggiunge – sull’unico punto che mette d’accordo le opposizioni, che hanno tutte nel programma elettorale questo tema. Siamo abbastanza avanti nel percorso: se riusciamo a presentare una proposta tutti insieme sara’ un bel segnale per i lavoratori”. Quanto a Renzi “mi pare che ci sia un qualche movimento verso la coalizione di destra. Quello che so per certo – sottolinea il leader di Azione – e’ che voleva tenersi le mani libere e anche per questo e’ saltato il partito unico. Legittimo, per carita’, ma questo non e’ il progetto che abbiamo proposto a milioni di italiani. Serve un centro liberale, popolare e riformista autorevole e indipendente”.
“Non un’altra costola della Meloni o dei 5S. Poi quando il governo propone qualcosa di giusto lo supportiamo, come nel caso delle ottime nomine di Figliuolo e Panetta e lo stesso vale per la sinistra” conclude.