“Sul cammino della comunione ecclesiale, ma anche nel dialogo con le altre Chiese e comunità cristiane, c’è una cosa che mi ha fatto sempre pensare: quello che, un po’ scherzando, disse il Patriarca Atenagora a Paolo VI: ‘mandiamo tutti i teologi su un’isola e noi camminiamo insieme’. L’unità dei cristiani si fa camminando insieme. I teologi sono necessari, certamente: che studino, che parlino, che discutano; ma, nel frattempo, noi camminiamo, pregando insieme e con le opere di carità. Per me questa è la strada che non delude”. Lo ha detto stamane Papa Francesco che ha incontrato la Commissione Internazionale di dialogo tra la Chiesa Cattolica e i Disciples of Christ.
Rivolgendosi ai presenti ha fatto notare che “uno sguardo di fede sa riconoscere, nella vita e nella realtà, la presenza e la semina dello Spirito Santo, sa vedere – ha spiegato – la sua opera anche al di là dei confini delle nostre comunità. Se gli siamo docili, Egli saprà armonizzare anche quanto a noi sembra difficile da conciliare, perché Lui è in sé stesso armonia. Lo Spirito è armonia: non dimentichiamo questo. Lui permette le ‘divisioni’: pensiamo alla mattina di Pentecoste, quando c’è stata una grande ‘divisione’ di diversi carismi… Ma poi Lui ha fatto l’armonia, che non è ‘un negoziato di equilibri’, no: l’armonia va oltre”. Perciò, ha concluso il Papa nel suo discorso, c’è bisogno sempre quando si intraprende il cammino del dialogo tra cristiani “di partire e ripartire dallo Spirito, memoria e guida che apre vie nuove e impensate, là dove noi pensavamo che le strade fossero precluse o sbarrate. Non temiamo dunque di percorrere le strade di concordia che lo Spirito indica: non quelle – ha ammonito Franvesco – della mondanità spirituale, che vuole adeguarci ai bisogni e alle mode del tempo, ma le vie della comunione e della missione”.