“Le sfide che ci attendono sono tante, dalle condizioni del contesto socioeconomico generale a quelle tecnologiche e normative, ma se non riuscissimo a fronteggiarle e ad adeguarci, ci troveremmo in una condizione di svantaggio competitivo. Ciò non deve assolutamente accadere e sono sicuro non accadrà”. Cosi Fabrizio Nuti, UNIC – CONCERIE ITALIANE ha aperto i lavori dell’Assemblea Annuale, svolta oggi a Pozzuoli, nel contesto della Stazione Sperimentale Pelli.
LA SFIDA CONGIUNTURALE
Sul piano economico, il bilancio del 2022 elaborato da UNIC, mostra che “alla fine – dice Nuti -, siamo complessivamente riusciti, come settore, a limitare i danni, chiudendo l’anno con una sostanziale stabilità dei volumi di produzione e una crescita del valore complessivo di poco inferiore al 10%. Non siamo quindi (ancora) riusciti a ritornare ai livelli pre-Covid”. Un commento che non nasconde la delusione di aver visto, a fine 2022, “interrompersi in maniera brusca la dinamica positiva di mercato che aveva caratterizzato la prima parte dell’anno”, anche per colpa del “ritorno di un avversario economico che da tempo non dovevamo affrontare: l’inflazione – continua il presidente UNIC -. I cali di produzione registrati dal settore nel suo complesso nella seconda parte del 2022 stanno avendo ripercussioni anche in questa prima parte del 2023, evidenziando un rallentamento che risulta più o meno diffuso a quasi tutte le nostre destinazioni merceologiche”. Molto significativo un “cambio al vertice” nella classifica dell’export. “Dopo oltre 30 anni, la Cina, con Hong Kong, non è più la destinazione estera più importante per le nostre pelli, anche in termini di valore dei flussi. Ora al primo posto troviamo la Francia e questo fa pensare a come si stanno parzialmente modificando la nostra produzione, la nostra clientela, i nostri mercati e gli elementi richiesti dalle dinamiche commerciali”.
LA SFIDA POLITICO-ISTITUZIONALE
Una sfida che coincide con una profonda preoccupazione è quella che, per UNIC, riguarda il rapporto con le istituzioni. Come sottolinea Nuti, “sarebbe auspicabile che al nostro fianco si schierassero soprattutto le istituzioni, a tutti i livelli, per difendere un settore strategico del made in Italy. In particolare, a Bruxelles le nostre istanze rimangono il più delle volte disattese. È un problema che vivono “molti altri settori produttivi. Sembra che l’attuale quadro politico-istituzionale europeo stia sviluppando un’idiosincrasia verso le attività industriali in generale, ritenute a prescindere dannose per l’ambiente e per questo soggette a limiti e restrizioni impossibili tecnicamente, con conseguente desertificazione del tessuto produttivo, perdita di ricchezza, spostamento della produzione in zone extra-UE dove le tutele ambientali non sono paragonabili”. È ora che questa inerzia venga spezzata: “auspichiamo grande attenzione nel valutare le decisioni da prendere in ambito europeo, da parte dei nostri eurodeputati”.
LA SFIDA SOSTENIBILE
È la sfida essenziale. Quella che le concerie italiane affrontano da tempo immemore con investimenti strategici, continui e programmati. C’è un sistema che sembra puntare tutto su una “sostenibilità formale” e c’è chi, come la conceria italiana, rappresenta un esempio di “sostenibilità sostanziale”. Lo dimostra il fatto che “non sono molte le industrie la cui materia prima deriva da uno scarto di un’altra filiera. Nel mondo, vengono prodotte ogni anno 8 milioni di tonnellate di pelli derivanti dalla lavorazione della carne che, in mancanza di noi conciatori, dovrebbero essere bruciate o smaltite in discariche. Questo mi sembra rappresenti un bel contributo alla salvaguardia dell’ambiente e dovrebbe garantirci, già da solo, il diritto al bollino verde”. I conciatori italiani, però, sono andati oltre: “Hanno messo in campo una filiera di riciclo e riuso dei propri scarti produttivi nelle concerie che non ha eguali, trattandoli e riutilizzandoli per l’industria della cosmetica, per quella alimentare, in agricoltura e in edilizia”. Il risultato “è un tasso di circolarità superiore al 99%. E questo processo virtuoso – conclude Nuti – non è iniziato negli ultimi anni, quando la corsa alla sostenibilità diventava di attualità, ma decenni or sono, quando nessuno parlava e nemmeno si curava di queste problematiche”. Fare in modo che si comprenda e capisca che “sulla vera sostenibilità non abbiamo rivali e non temiamo confronti in tutto il mondo” per la conceria italiana rimane, quindi, la sfida più attuale: la sfida fondamentale. Una sfida che UNIC condivide con la Stazione Sperimentale di Pozzuoli, che ne ha ospitato l’Assemblea Annuale. “Felici di ospitare l’assemblea UNIC – commenta il presidente SSIP Graziano Balducci -. Orgogliosi di mostrare la nostra squadra, le competenze, i nostri laboratori che sono a disposizione dell’intero comparto. È un riconoscimento al nostro lavoro: l’occasione per rilanciare insieme le attività di studio, ricerca e innovazione”.
Dalla presidenza ai consiglieri
Presidente: Fabrizio Nuti (Nuti Ivo).
Vicepresidenti: Graziano Balducci (Antiba), Alessandro Iliprandi (Bonaudo), Valter Peretti (Cristina), Rino Mastrotto (Rino Mastrotto Group), Piero Rosati (Incas), Gianni Russo (Russo di Casandrino). Consiglieri: Paolo Balducci (Antiba), Mirko Balsemin (Nice), Marco Blasio (Tris), Barbara Boschetti (Laba), Ezio Castellani (Sciarada), Gianfranco Dalle Mese (Montebello), Giancarlo Dani (Dani), Diodato De Maio (DMD), Luigi De Vita (Deviconcia), Bernardo Finco (Finco 1865), Filippo Francioni (Sanlorenzo), Riccardo Grotto (Sirp), Roberto Lupi (BCN), Felice Maffei (Carisma), Fabrizio Masoni (Masoni), Barbara Mastrotto (Rino Mastrotto Group), Chiara Mastrotto (Gruppo Mastrotto), Michele Matteoli (Cuoificio Otello), Enrica Miramonti (Gaiera), Stefano Peretti (Cristina), Luca Pretto (Pasubio), Paolo Rosati (F.lli Rosati), Valerio Testai (Gruppo Vecchia Toscana), Leonardo Traversi (La Patrie), Giuseppe Volpi (Volpi).