“Deve essere chiaro a tutti che, alla fine, è solo un problema di comunicazione. I partiti che nel 2019 criticavano il Mes non possono dire oggi che si erano sbagliati. Per questo si sta cercando di inserire il trattato in un contesto più ampio. Dico sì al fondo salva-Stati se, in cambio, ottengo qualcosa sugli altri dossier, dal Pnrr al patto di Stabilità, giusto per fare un esempio”. Lo afferma al QN Carlo Cottarelli.
“Se giocassimo una partita a scacchi – spiega – la riforma del Mes più che una torre equivarrebbe a un pedone. Voglio dire che non c’è molto da scambiare. Però il governo potrà dire di aver ottenuto qualche cosa”. “Sottoscrivere il Mes – prosegue – non significa utilizzarlo. Ma solo sostenere quei Paesi che non stanno facendo il loro dovere per mantenere in equilibrio i conti e possono essere esposti ad attacchi speculativi”. “Se l’Italia non firmasse non sarebbe una catastrofe però ci sarebbero conseguenze negative. Perderemmo un po’ di credibilità. Ma, quello che forse è ancora più importante, il Mes non sarebbe nelle condizioni di poter prestare al Fondo di Risoluzione delle crisi bancarie circa 80 miliardi di euro”. Rispetto all’aumento dei tassi, “non credo che la Bce stia sbagliando strategia – afferma Cottarelli – Forse, poteva cominciare un po’ prima ad aumentare i tassi di interesse per evitare accelerazioni. Ma anche così sono a un livello sostenibile”.