di di Angelo Giubileo
In Italia, tutto il “centro” politico è in fermento. Con una legge elettorale prevalentemente maggioritaria, molti opinion leaders hanno ritenuto che in Italia la strategia dell’alternanza avrebbe portato al governo schieramenti con un’impostazione più netta e marcata, di “destra” o di “sinistra”. Pura illusione, soprattutto in un Paese come il nostro dove il conservatorismo (leggi anche, in senso positivo, compromesso) regna da sempre sovrano. E allora, finita la strategia internazionale ossequiante le “magnifiche sorti e progressive”, già disilluse dal poeta, ecco che ricompare qui da noi lo spettro della Democrazia cristiana.
Ieri Tajani, alla sua prima uscita da segretario eletto presso gli under 25 di Forza Italia, attualmente il maggiore partito di centro nel Paese, ha dichiarato che “nulla si può rifondare, però quel ruolo (svolto dalla Dc) manca. Noi dobbiamo essere la pietra su cui poggia il sistema politico italiano, una pietra con valori e fondamenta”. Essendo una questione di valori, ma aggiungerei innanzitutto di leadership (leggasi in proposito ciò che più di recente ha testimoniato Henry Kissinger nel suo saggio omonimo), direi che allo scopo Giorgia Meloni sembra avere oggi decisamente una chance maggiore rispetto a tutti gli altri aspiranti leaders centristi … Cerco un centro di gravità permanente, che non mi faccia mai cambiare idea…