“Se l’autonomia differenziata non si fa al Sud non conviene, perché l’attuale sistema di distribuzione delle risorse è penalizzante per il Mezzogiorno, e lo è per ragioni storiche. I cittadini del Sud attualmente ricevono meno risorse dei cittadini del Nord su capitoli come la scuola e la sanità e questo spiega anche i divari tra le due aree del Paese. Il problema si risolve con la riforma, con il cambiamento, non con lo status quo”. Lo dice Stefano Caldoro, capo dell’opposizione nel Consiglio regionale della CAMPANIA, già ministro con il governo Berlusconi e presidente della Regione CAMPANIA, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. Caldoro rilancia poi una proposta avanzata già da anni: la Macroregione, “che non significa fare una Regione più grande, ma fare quello che esiste già in Europa, se pensiamo alla Macroregione alpina, baltica, del Mediterraneo. In Italia – argomenta – una macroregione fondamentale è quella del bacino e della distribuzione dell’acqua, la cui competenza su questa materia oggi è divisa tra Comuni, Regioni e Stato, dove ognuno fa i propri investimenti, e ciononostante perdiamo acqua, non la diamo pulita ai cittadini, ed è scarsa per l’irrigazione. Lo stesso discorso vale per i rifiuti. Superiamo il regionalismo. La Macroregione – prosegue – presuppone la costituzione di un’agenzia pubblica come fu la Cassa del Mezzogiorno, però privatistica nella gestione”.
Caldoro ha scritto anche un libro sull’argomento, dal titolo “Autonomia Regionalismo Macroregione”, per le edizioni Giapeto. Nel corso dell’intervista l’ex ministro commenta quindi il dibattito che ruota intorno alla riforma Calderoli. “Abbiamo i guelfi e i ghibellini, tra chi è contro questa riforma e chi è favore. Il Pd è contrario, ma prima era a favore. Ma se la proposta è quella di dire non cambiamo niente, al Sud che succede? Quello che sta avvenendo, ovvero che il sistema dei trasferimenti della spesa storica penalizza il Mezzogiorno, e quelli che dicono ‘No’ e basta non fanno il bene del Sud – spiega -. Con Calderoli quando ero presidente della Regione CAMPANIA abbiamo avuto dei confronti molto serrati, e secondo me va trovato in questa riforma un punto di equilibrio. Ma il cambiamento e le riforme servono soprattutto al Sud, prima ancora che all’intero Paese”. L’intervista tocca anche il tema delle altre riforme che questo governo ha messo nella sua agenda politica. A partire dal premierato. “Si deve fare – dice Caldoro -, non c’è dubbio che va rafforzato il potere del presidente del Consiglio, perché così com’è è un unicum europeo”.
La riforma della giustizia per Caldoro: “è urgentissima, ma non so quanto sia utile stare sempre sui giornali a parlarne”, spiega. Sull’abolizione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa: “E’ una figura di reato atipica, quello che dice Nordio di specificare meglio questo reato è sacrosanto. Mi pare che questo governo abbia intenzione di rafforzare la lotta alla mafia”. Sulla riforma del fisco: “Sono per la pace fiscale, e sono d’accordo che le tasse vanno pagate, però la confusione e la complessità del sistema fiscale è tanta”. Caldoro affronta poi il tema dell’importanza geopolitica del Mediterraneo e del ruolo che l’Italia e soprattutto il Mezzogiorno può giocare in questa area geografica. “Noi siamo l’hub del Mediterraneo, ma è necessaria la tranquillità politica dei Paesi del bacino del Mediterraneo, se non c’è stabilità politica gli operatori economici scappano. Il patto di Tunisi con l’Italia e l’Unione europea va in quella direzione. Il Sud è una grande occasione per lo sviluppo di quest’area”. Infine, alla domanda di Brachino di esprimere un commento sul terzo mandato del presidente della Regione CAMPANIA, Vincenzo De Luca, che da settimane alimenta il dibattito interno al Pd, Caldoro risponde: “Problemi loro, non mi pare che questo sia un tema che riscuote grande interesse da parte dei cittadini campani”.