“Ho sentito Giorgia Meloni, ci vedremo la prossima settimana per discutere del salario minimo”. A dirlo a Repubblica è Carlo Calenda, segretario di Azione. “Vogliamo capire qual è la posizione nel merito. Cosa intendono salvare e cosa no”, spiega. L’emendamento soppressivo è stato ritirato, e ciò “ci consente di andare in aula per la discussione generale. È un fatto positivo”, rileva Calenda, per il quale l’apertura della presidente del Consiglio “è un atteggiamento positivo, costruttivo, una base da cui ripartire, se si considera che il ministro Tajani l’ha definito un provvedimento sovietico”. “C’è il riconoscimento, da parte della premier – prosegue il leader di Azione -, che esiste un problema di salari poveri nel nostro Paese”. Meloni ha cambiato idea, – sostiene Calenda – “perché capisce che è un tema molto sentito nel Paese”. Ma “costruttivi dobbiamo esserlo tutti, altrimenti che cosa restiamo a fare in Parlamento per cinque anni?”, è la sua esortazione. Il leader di Azione spera che in questo modo si delinei un nuovo metodo. “Viviamo situazioni emergenziali, che impongono su alcuni punti qualificanti un processo di dialogo”. Sulla mozione di sfiducia alla ministra del Turismo Santanchè, “non partecipiamo al voto, ma abbiamo chiesto le sue dimissioni”, spiega. Questo perché – dice – “farsi respingere la mozione è il più grosso regalo che possiamo fare a Santanchè”