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16 Novembre 2024

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Modesta proposta per prevenire

di Luigi Mazzella

“La vedova scaltra” (prendendo il titolo della nota commedia di Carlo Goldoni) era una rubrica settimanale del periodico satirico “Il Travaso delle idee”diretto dallo scrittore umorista Guasta. La vignetta rappresentava un’anziana vedova che chiedeva a Dio “di essere accolta accanto all’anima benedetta del marito” soltanto se si fosse verificato un evento da lei ritenuto sostanzialmente irrealizzabile.

Alla vedova scaltra oggi potremmo dare più di un suggerimento.

Le discussioni, certamente interessanti sotto il profilo astratto (o teorico che dirsi voglia), che s’intrecciano tra gli Italiani, soprattutto online, sullaflat-tax,sul ponte dello stretto di Messina, sul patto commerciale con la Cina stipulato dal Governo Conte (detto “la via della Seta) non tengono conto di una verità amara che si erge come uno scoglio invalicabile sul piano della loro realizzazione concreta. Si tratta di misure che, indipendentemente da ogni altra considerazione, tendono (almeno potenzialmente, o come suol dirsi programmaticamente) a favorire lo sviluppo e la crescita della nostra economia, e sono, in quanto tali, contrarie alla clausole del Trattato di pace della seconda guerra mondiale e quindi “sostanzialmente irrealizzabili”.

Quelle regole sono state costantemente richiamate alla memoria dei nostri governanti dai Presidenti degli Stati Uniti d’America nel corso di ben ottanta anni. Oltre che garantite oggettivamente dalla realizzata impotenza dei Paesi Europei facenti parte dell’Unione di Maastricht a muoversi senza “i lacci e i lacciuoli” d’oltreoceano. 

L’ultima “tiratina d’orecchio” all’Italia è tuttora in corso: Biden sta imponendo alla “pulzella della Garbatella” di sciogliere l’Italia dal patto stretto dal Governo Conte con la Cina detto “della via della Seta”.

Il fatto che Xi Jinping abbia ricordato pubblicamente che il patto porta più vantaggi al nostro Paese che alla 

Repubblica Popolare Cinese può rivelarsi un vero e proprio “boomerang” per noi: sono propri i vantaggi al nostro Paese a dare fastidio agli “amici” americani in vista di una nostra possibile crescita economica. 

Nessun dubbio sull’esito della missione: la nostra Presidente ha già dimostrato di non avere un cuore di leonessa. 

Con buona probabilità il mainstream orchestrato dal sistema mass mediatico finanziato da Wall Street e dalla City cercherà di convincere gli Italiani sulla loro fortuna di avere una Presidente amata dai Padroni dell’Occidente.

Di nessuna ulteriore gita a Washington vi sarà bisogno per buttare nella pattumiera delle promesse elettorali non mantenute dal centrodestra quella della cosiddetta flat-tax.

Questa misura,ideata da Milton Friedman probabilmente proprio partendo dall’esame del caso degli anni cinquanta-sessanta (I958- 1963) detto del boom economico italiano e utilizzata positivamente da Reagan e dalla Thatcher per risollevare le economie statunitense e britannica è un “tabù” per l’Italia, perché le consentirebbe di ripetere il “miracolo”, a dispetto delle regole del Trattato. 

Ora ad impossibilia nemo tenetur, ma gli Italiani farebbero bene a convincersi che i suoi uomini politici, pur non potendo fare alcunché per non essere versipelle nei confronti degli Americani, dovrebbero almeno convincersi di non continuare a prenderli per i fondelli con promesse irrealizzabili per sotterranei ma invalicabili divieti.

Se i Padri della Patria hanno dovuto subire le imposizioni dei vincitori, divenuti gestori del destino di un Paese arresosi, non per loro colpa, con una resa incondizionata, non v’è ragione per i loro nipoti di “tacere” e “tremare” a ottanta anni dalla sconfitta.

Tutto ciò che si è detto vale, mutatis mutandis, per il Ponte sullo Stretto. Se ne parlerà molto…ovviamente per la gioia dei nostri cronisti. E gli Italianidovranno sempre più difendersi dall’accusa di essere diventati nel corso degli ultimi decenni sempre più Italioti (e non nel senso buono del greco antico).

E’ questa, si licet parva componere magnis, la mia“modesta proposta per prevenire”, a molti anni di distanza da quella di Berto.

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