“Dai contatti che ho avuto ritengo che ci riceverà prima della pausa estiva per confrontarci sul salario minimo”. Lo afferma il leader di Azione Carlo Calenda a Repubblica, a proposito dell’incontro con la premier Giorgia Meloni sulla proposta del salario minimo. “Non ho mai dato disponibilità a un incontro a due: si tratta di una proposta fatta da tutte le opposizioni. Il che è un valore da preservare – osserva Calenda -. Poi certo, se i segretari degli altri partiti ritenessero di non venire, io andrei lo stesso. Va riconosciuto che la maggioranza ha ritirato l’emendamento soppressivo del nostro testo e aperto al dialogo”. Per Calenda è poi “un’idiozia” il rilievo sulla mancanza di copertura del provvedimento avanzata dal Mef: “Abbiamo previsto l’istituzione di un fondo in Legge di bilancio per indennizzare i settori che sono più colpiti dall’aumento delle retribuzioni. L’ammontare verrà perciò demandato alla Finanziaria”. Meloni si convincerà? “Mi aspetto intanto che ci ascolti, ci dia il suo orientamento e a settembre – conclude Calenda – ci presenti qualcosa che sia molto vicino al salario minimo, che però non si chiamerà con questo nome perché in Italia tutto quello che l’opposizione propone alla maggioranza è da cestinare, e viceversa. In questo siamo un sistema politico immaturo”
Su Renzi
Le strade di Carlo Calenda e Matteo Renzi si sono già separate gli chiedono? “Sì, quando Renzi ha deciso di non dar vita, come avevamo promesso, a un partito unico dei liberaldemocratici, negando la fusione fra Iv e Azione. Quanto successo dopo è la logica conseguenza: le nostre strade sono già separate da tempo e oggi è estremamente improbabile” andare insieme alle Europee.
Intanto i gruppi Azione-Iv sono ancora unici, “sono formati sulla base di un simbolo che ha un nome dentro, e non posso essere certo io ad andarmene dal mio nome. Lo devono fare loro, se lo ritengono”, dice e aggiunge: “ci sono tutta una serie di annunci caduti nel vuoto. Ma credo che a settembre se ne andranno. Abbiamo cercato di far convivere in Parlamento alcune linee politiche comuni, ma non è andata bene. Prendo atto della volontà di divorzio dichiarata da Renzi e aspetto che si materializzi. Spero solo che avvenga in modo decoroso” Per non finire nel Misto si farà aiutare da qualche altro partito? “Mai. La scorsa legislatura l’abbiamo fatta con un deputato e senatore”.