“C’è la necessità di riaprire un processo di liberalizzazione dei servizi nel nostro Paese, proprio come negli anni Novanta. Premetto e so bene che questo non è un tema nel programma di governo. Ma è un’idea politica, una proposta, che vogliamo discutere all’interno del nostro partito, una grande forza di ispirazione liberale. E portarla quindi al centro della discussione: potremmo valutare anche un disegno di legge in questo senso”. Lo dice a La Stampa il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Il tema delle liberalizzazioni – spiega- va affrontato perché in Italia c’è un problema di debito pubblico e insieme però l’opportunità di valorizzare alcuni servizi che oggi sono appannaggio dallo Stato, ma che potrebbero essere gestiti, ugualmente se non meglio, da un privato”.
“Del resto – prosegue – bisogna cominciare a trovare delle riposte al ritorno del Patto di Stabilità, che nell’ultima formula comunque non ci soddisfa, perché sembra più tenere conto dei problemi della Germania che dell’Italia”. “I porti sono un esempio. Ma pensiamo a servizi come il trasporto pubblico locale, le municipalizzate, la gestione dei rifiuti. Si tratta di ambiti in cui talvolta sappiamo si nascondono un po’ dei carrozzoni. E ormai lo Stato ha poche risorse. Una gestione privata aumenterebbe l’efficienza, attirerebbe gli investitori e farebbe risparmiare soldi al settore pubblico. Più privato è, meglio è. Solo l’acqua penso non possa essere privatizzata, perché è un bene primario e troppo prezioso” conclude Tajani.