di Martina Lanzetta
Mihaela Marian, famosa tiktoker di ventisei anni, ha deciso di denunciare attraverso un video l’aggressione subita a Roma, durante la notte, su un bus Atac della linea 409. In particolar modo, si è focalizzata sull’autista che non è intervenuto per aiutarla, decidendo di farsi gli affari propri, nonostante le sue disperatissime e continue richieste di aiuto.
“Sono una persona estremamente empatica e spesso provo a mettermi nei panni delle persone per capire perché si sono comportate in un modo e perché si sono comportate in un altro modo. Alcune volte però la mia empatia non è sufficiente, e io alcuni comportamenti non riesco proprio a capirli […] – ha detto inizialmente – Uno dei comportamenti che non ho capito, e che probabilmente non capirò mai, è stato quello di un autista che mi ha riportato a casa l’altro giorno. È sera, stacco da lavoro alle dieci, decido di uscire con una mia amica al centro di Roma, siamo in giro fino a mezzanotte, l’una, e poi decido di rientrare a casa. Ovviamente come rientri a casa? Con i notturni. Premessa: i mezzi notturni a Roma la maggior parte delle volte sono quelli snodabili, soprattutto quelli che ti riportano a casa. Quindi sono quelli lunghi, che sembrano due attaccati per intenderci. E la maggior parte dei pullman notturni hanno praticamente la parte del conducente e poi c’è questo vetro che li separa da tutto il resto del pullman. Salgo, incredibile che a una delle stazioni più importanti di Roma all’una di notte non ci fosse nessuno. […] Salgo, e io mi metto sempre molto vicino all’autista anche se c’è quel vetro che ci divide. Mi siedo praticamente proprio al primo sedile disponibile vicino all’autista, e noto che in fondo a me c’erano due ragazzi molto più piccoli di me con una spiccata voglia di scherzare quella sera. Il pullman parte e io noto che appena il pullman chiude le porte e si accinge a partire questi due ragazzi, che stavano in fondo in fondo, si avvicinano e si siedono proprio due sedili dopo di me. Io vivo da sola a Roma da diciotto anni, ormai sono tanti anni, sono abituata a prendere i pullman notturni […] Arriviamo alla neanche prima fermata e uno dei due ragazzi viene e vicino a me non c’era neanche un sedile, praticamente si accosta proprio accanto a me. Io alzo lo sguardo per vedere però, lì per lì, cioè nel senso anche se mi stavi appiccicato, sai? Ho riabbassato lo sguardo e continuavo a farmi i cavoli miei sul telefono. Poi a un certo punto vedo che questo ragazzo praticamente ha un coltellino in mano, e che lo apre […] e lo poggia su di me. Alzo lo sguardo […] neanche una frazione di secondo e mi raggiunge l’altro, e praticamente mi chiudono, cioè mi parano, si mettono completamente davanti a me, e io seduta. Allora io mi alzo, con do una spinta ai due e comincio a battere al vetro dell’autista. Gli chiedo di fermarsi immediatamente e di farmi passare, se possibile, cioè di non lasciarmi a piedi, ma di farmi passare se possibile dalla parte del conducente; quindi, in quella parte dove si mettono gli autisti quando si fanno dare un passaggio. Lui inizialmente non risponde, allora questi ragazzi cominciano tipo ad alitarmi sul collo e a dirmi “Hai paura, eh? Ma noi non stiamo facendo niente” e mi davano le spallate. Arriva la prima chiamata ai carabinieri e nel mentre continuo a battere sul vetro dell’autista! Vedi una ragazza in difficoltà, che potrebbe davvero essere tua figlia, autista poi che per la stazza potrebbe fare il buttafuori da discoteche […]. Lui alza gli occhi e fa Io non ne voglio sapere niente, riabbassa gli occhi e si rimette a guidare e anzi usa pure il telefono”.
Ad un certo punto la ragazza è riuscita a scendere dal bus e ha incontrato cinque netturbini che lavoravano per strada. “Ho paura di rientrare a casa”, ha detto loro. I due l’hanno riportata in casa, aiutata a calmarsi fino all’arrivo dei carabinieri.
Mihaela ha concluso il video con una domanda che fa molto riflettere: “Mi sono chiesta per tutta la sera lui, tornando a casa, come ha dormito?”