Le esequie di Stato in forma laica alla Camera e il lutto nazionale. Il corteo scortato dai corazzieri e la sepoltura nel cimitero acattolico di Roma
“Mio padre credeva nella lotta politica, nella partecipazione democratica, nel confronto tra idee diverse. Nel suo impegno ha sempre agito per il rinnovamento della politica e delle istituzioni”. Lo ha segnalato Giulio Napolitano, uno dei figli del presidente emerito della Repubblica, Giorgio, nel suo intervento commemorativo in occasione dei funerali di Stato laici dell’ex capo dello Stato, nell’Aula di Montecitorio.
Anna Finocchiaro
“Ce lo possiamo figurare questo ragazzo, figlio della borghesia professionale, nella Napoli sfigurata dai bombardamenti, in cui larghissima parte della popolazione conosce una miseria infame. Il sindaco Fermariello in quell’anno comunica alla Prefettura che in città ci sono circa 200.000 senza tetto. Una città devastata anche nella dignità, una Saigon mediterranea dirà La Capria e basta ‘Napoli milionaria’ per ricordarcelo. Ma Napoli conosce un grande fermento di idee, e di passioni civili e politiche. Giorgio NAPOLITANO ha passione per la letteratura, l’arte il cinema, il teatro e frequenta Raffaele La Capria, Francesco Rosi, Giuseppe Patroni Griffi e altri, studenti antifascisti, con i quali si ritrova a discutere ed a leggere il Manifesto di Karl Marx.
“Si iscrive al Pci nel dicembre del ’45 e spiegherà di averlo fatto ‘per impulso morale, piuttosto che per motivazioni ideologiche’, che erano ancora confuse e imprecise e sulla scorta di due ragioni: il Pci è il partito che più ha combattuto il fascismo; il Pci si mescola al popolo. Proprio così dice. Due ragioni piane, e profonde. Furono Amendola innanzitutto, Cacciapuoti, Sereni i suoi riferimenti di quegli anni, e Gerardo Chiaromonte, cui resterà legato da amicizia ‘la più importante, la più intensa’ della vita”. “Comincia così la storia politica di Giorgio NAPOLITANO, che sceglie di essere funzionario di partito, piuttosto che avvocato come il padre. Storia che ha un punto irrinunciabile di partenza (ed una ininterrotta prosecuzione) nella questione del Mezzogiorno, lì dove più si manifesta ‘il senso della necessità di un impegno concreto ad operare’. Lo aiutano in questo gli studi di politica economica, che sin dalla tesi di laurea costruiranno la competenza che gli anni di lavoro nel partito e in Parlamento metteranno a frutto”.
“Si mostrano subito qui -prosegue – due caratteri propri del suo impegno politico. Il primo: la necessità che la conoscenza e la competenza siano a fondamento dell’analisi e della proposta. Ne scrive nella prefazione a ‘I moniti all’Europa’ di Thomas Mann: ‘Non può esserci politica, nella pienezza del suo significato e della sua efficacia, in assenza di serie basi e validi strumenti culturali…’. Il secondo: il pragmatismo, perché l’agire politico ha come fine quello di mutare positivamente l’esistente”.
Gianni Letta
“Quando scompare una personalita’ come Napolitano la perdita e’ di tutti. E tutti ci inchiniamo riverenti alla memoria di un uomo che ha amato l’Italia”. Lo ha detto Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Berlusconi, nel suo intervento commemorativo in occasione dei funerali di Stato laici del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell’Aula della Camera. “Di fronte ad un lutto che definirei repubblicano non ci sono divergenze – ha osservato Letta, vengono annullate “le distinzioni cultuali e politiche” tra le forze politiche. Il presidente Napolitano “amava la lotta politica, l’altissimo senso delle istituzioni ha sempre guidato la sua politica. Per Napolitano le istituzioni venivano prima delle appartenenze politiche”, ha osservato Letta.
Paolo Gentiloni
“Per Giorgio Napolitano la scelta europea e’ stata una scelta di campo e di vita”. Lo ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, intervenendo ai funerali dell’ex presidente della Repubblica, in corso a Montecitorio. Gentiloni ha citato le parole di Napolitano, secondo cui “l’identita’ e la funzione dell’Italia possono dispiegarsi solo in una prospettiva di sviluppo” dell’integrazione europea. Il rappresentante della Commissione Ue ha sottolineato il sentimento europeista di Napolitano, per cui si era battuto anche all’interno del Partito comunista italiano, cosi’ come la visione euro-atlantica dell’ex capo dello Stato. Gentiloni ha poi ricordato l’importanza delle istituzioni parlamentari per Napolitano, attento a sviluppare rapporti anche con quelli di altre nazioni europee, ma anche la sensibilita’ dell’ex presidente sui dossier dell’immigrazione, della transizione climatica e gli sviluppi della guerra di aggressione russa in Ucraina. “Oggi salutiamo un grande presidente, un simbolo della credibilita’ e della forza delle istituzioni della Repubblica”, un “grande riformista europeo”.
Giuliano Amato
“Davvero tarderà molto a nascere, se nasce, un italiano con le sue qualità”. Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, tenendo nell’Aula della Camera l’orazione per i funerali di Stato laici del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Qualità messe al servizio – ha detto – di una politica vissuta come il luogo fondamentale in cui interagire con gli altri”.
Il Cardinale Ravasi
“Vorrei anche io portare un fiore ideale sulla sua tomba, un fiore in versi, tratto dal Libro del Profeta Daniele”, sottolinea il cardinale Gianfranco Ravasi alla cerimonia del funerale laico di Stato di Giorgio Napolitano, ricordandone la cultura e la sintonia con Papa Benedetto. Un “fiore” tra l’altro “significativo”, ha spiegato, “perche’ l’immagine che usa deriva dalla cultura pitagorica”, i cui discepoli di Pitagora “guardavano nelle notti stellate verso l’alto, guardavano la Via Lattea e, immaginando che l’anima diventasse una stella, cercavano idealmente la figura della moglie, del marito, del figlio”. Scrive allora il profeta (Daniele 12,3) che “i saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento” e che “coloro che avranno indotto molti alla giustizia, risplenderanno come le stelle, per sempre”.