di Angelo Giubileo
Esiste un filo sottile ma robustissimo che lega il passato senz’altro al presente, ma, nella fattispecie qui in questione, al futuro della specie umana. Attualmente, codesto filo lega indissolubilmente le religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo, islamismo) al transumanesimo, nella prospettiva o profezia di un futuro (che tuttavia, dal mio punto di vista, non può non restare incerto, e quindi di per sé rappresenta essenzialmente una fede).
Quando Aldous Huxley nel 1932 scrisse il suo “Il mondo nuovo” diede forma di romanzo a una realtà che noi diciamo fantascientifica, e tuttavia in quanto tale espressione di una profezia relativa al possibile avvento di un mondo futuro è quindi nuovo.
Un futuro, che, in sé e per sé, è il fondamento unico; così come rappresentato anche mediante la promessa del patto che Dio stipula con Abramo e i suoi figli nell’antico Testamento (Gen., in particolare capp. 32-33).
Nel presente, dunque, si avanza la costruzione di un nuovo mondo in cui il pensiero scientifico di curare e fideisticamente debellare (in fine) la morte come una malattia del corpo si lega al pensiero religioso che da millenni è fondamento comune alle religioni abramitiche, nella prospettiva di un nuovo mondo che di continuo nasce dalle ceneri del precedente. E oggi prende forma, progressiva, mediante gli “Accordi di Abramo” tra Stati Uniti, Israele e Paesi Arabi.
In particolare, quanto alla Chiesa cattolica e apostolica di Roma, molti sono i segnali che, a partire dal Concilio Vaticano II e in particolare mediante l’attuale pontificato, indicano codesta vecchia e nuova prospettiva comune di fede. E tutti, “apocalittici”, in linea con lo spirito della distruzione capitalistica indicato da Schumpeter.
Unici avversari, “integrati”, nell’attualita’ e in prospettiva, tutti coloro che pensano di vivere in un eterno presente, sotto un sole che non tramonta mai.