“Per Napolitano è stato il funerale giusto, adeguato alla sua personalità. La presenza degli ospiti stranieri e una cerimonia non rituale ma concreta come sarebbe piaciuta a lui. Il figlio Giulio ha fatto un cenno anche alle cose meno positive della sua storia che del resto, in una vicenda politica lunga come è stata quella di Napolitano, possono starci. Mi è piaciuto molto questo discorso”. Lo dice a Il Messaggero l’ex presidente della Camera Luciano Violante. “L’atteggiamento del centrodestra in queste esequie mi sembra che in generale il comportamento sia stato civile e rispettoso. Il discorso di Ignazio La Russa – spiega – mi è sembrato buono, pur nella inevitabile differenza tra le loro culture politiche”. Il funerale è stato “un fatto politico importante. Secondo me segna una svolta – spiega-. È stato il primo funerale laico celebrato alla Camera. Con una partecipazione straordinaria. Senza menzogne e senza retoriche. Si è sfuggiti alla logica della mitizzazione”. Un rapporto di amicizia vera e profonda “si è costruito tra me e Napolitano quando lui è diventato Presidente della Repubblica – ricorda -. Abbiamo visto lo squilibrio dei poteri e sentivamo il bisogno di tornare a un’armonia costituzionale tra politica e giustizia”. La crisi dei partiti “ha portato al Quirinale il tema della mediazione dei conflitti. Napolitano si è trovato in quella situazione. Si è caricato di questa funzione di arbitro risolutore del conflitto. Nelle celebrazioni alla Camera, anche se non si è fatto esplicito riferimento, si è riconosciuta la preziosa azione di Napolitano rispetto a questo rilevantissimo problema”. Napolitano agli attuali governanti può insegnare, “la necessità di avere un arbitro nel conflitto. Se non c’è l’arbitro, c’è il caos. Le riforme vanno fatte – sottolinea – Ma occorre stare ben attenti a questo aspetto. Non creare più problemi di quelli che si vogliono risolvere”.