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23 Dicembre 2024

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Landini e la manovra finanziaria, posizione dura

Di Valeria Torri

Il Segretario Landini, leader della CGIL, sul NADEF – Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza – approvata dal Consiglio dei Ministri il 28 settembre scorso, annuncia una seria presa di posizione.

“La via Maestra. Insieme per la Costituzione” è lo slogan della mobilitazione lanciata dalla CGIL Nazionale. «Questa è una manovra – dice Landini – che non ci può esimere dal mobilitarci e manifestare. Perciò, sabato 7 ottobre, scenderemo in piazza a Roma con la Manifestazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dei Servizi Pubblici».

Una presa di posizione decisa e senza mezzi termini quella del Segretario Landini durante l’intervista alla trasmissione “In Onda” su La7, di domenica 1ottobre. «La nostra Costituzione dice che la Sanità dev’essere garantita. Non ci dev’essere nessuno che non si cura perché non ha i soldi. E siamo invece di fronte ad un taglio secco della sanità pubblica. Questa è una delle ragioni per cui abbiamo già manifestato a giugno. Il Governo continua a ignorarci. Mancano gli infermieri, mancano i medici. Abbiamo bisogno di investire e Il PNRR a questo doveva servire».

Il punto sul quale maggiormente si accende la protesta della CGIL è la scelta del Governo di adottare una manovra finanziaria che non dà alla sanità pubblica l’ossigeno di cui ha drammaticamente bisogno. Si rileva, per contro, un taglio della spesa pubblica in questo settore. Il finanziamento della sanità pubblica – spiega Landini – non dovrebbe mai scendere al di sotto del 7% del Pil, per un investimento sanitario minimo, mentre nei prossimi anni l’Esecutivo Meloni ha programmato un obiettivo del 6,2%, addirittura inferiore al 2019, anno pre-pandemico. 

Su questo punto Landini è perentorio: «Questo vuol dire che si sta mettendo in discussione un diritto fondamentale, vuol dire privatizzare la sanità, vuol dire che si cura solamente chi può permettersi di pagare. Questa per noi è una cosa inaccettabile».

Al centro dell’attenzione della politica della CGIL contro il Governo, non soltanto il tema della crisi del servizio sanitario in Italia bensì anche il sistema fiscale. «In questo anno il Governo ha fatto una legge delega sul fisco che anziché combattere l’evasione fiscale ha fatto 12 condoni. Noi siamo un paese che ha 110 miliardi di evasione fiscale. Siamo un paese che continua a tassare di più il lavoro dipendente e le pensioni che non la rendita finanziaria. Il 95% dell’IRPEF, del sistema fiscale, lo pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati. Nel nostro paese il sistema fiscale prevede che si paghino differenti livelli di tassazione a seconda dell’origine del reddito. Se si tratta di lavoratori dipendenti e di pensionati il livello della tassazione si aggira attorno al 30-40%. Se la rendita è finanziaria, la tassazione si aggira attorno al 20%. Se la rendita è immobiliare la tassazione si aggira attorno al 10-20%». Chiosa il Segretario CGIL senza parafrasare: «vi sembra un sistema serio?».

Il ritorno ai principi costituzionali, anche per parlare di fisco, per Landini costituisce la strada maestra: «il fisco dev’essere progressivo non solo sul reddito bensì su tutta la capacità contributiva». 

E conclude: «Quando si dice che “i conti non tornano” si dice il falso. La verità è che i soldi ci sono e bisogna andare a prenderli dove sono. Si tratta di una scelta politica molto precisa che dev’essere assunta. E’ l’unica riforma fiscale, degna di questo nome, che possa dare un futuro al Paese».

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