«Se tu partecipi a un evento pubblico, non puoi dire di essere stato spiato nella vita privata. E chi usa i social per divulgare le proprie opinioni non può certo appellarsi alla riservatezza». Così, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio a Libero sul caso della giudice Apostolico. “I limiti di un magistrato sono ormai fissati da varie pronunce della Giurisprudenza, ma soprattutto dalla deontologia e dal buon senso. Più manifesta – spiega – le sue idee politiche, più vulnera la presunzione di imparzialità. Negli Stati Uniti il giurato viene addirittura interrogato dal difensore sulle sue estemazioni, e può essere ricusato anche per una battuta impropria». Sulla richiesta di dimissioni, «Il ministro della Giustizia non può esprimersi su questo caso specifico, prima di aver acquisito tutti gli elementi necessari. Ufficialmente non sappiamo nemmeno se la magistrata abbia partecipato o no a quella manifestazione. Sono state annunciate interrogazioni. Faremo subito accertamenti», spiega. Il filmato diffuso è dossieraggio? “In linea generale – sottolinea il Guardasigilli – un filmato di un evento pubblico non è mai un dossieraggio. Può provenire da chiunque, anche da un giornalista. Con questo criterio tutti i documentari di eventi, sarebbero dossieraggi». Dicono che è stato violato il diritto alla privacy: «Peggio mi sento. Definire un’invasione della sfera privata la documentazione di un evento pubblico è violare un principio di elementare logica aristotelica: si chiama principio di non contraddizione. Se tu partecipi a una manifestazione pubblica, non puoi dire di esser stato spiato nella tua vita privata. Questa irragionevolezza può essere una voce dal sen fuggita nella polemica politica. Ma mi stupisce dolorosamente che provenga da alcuni magistrati».